tag:blogger.com,1999:blog-84283505840550688972024-03-06T03:41:01.826+01:00in my opinionDal lavoro alla società. Zero Spread.in my opinionhttp://www.blogger.com/profile/03421164442302099635noreply@blogger.comBlogger21125tag:blogger.com,1999:blog-8428350584055068897.post-89620671811208762512012-10-22T20:40:00.003+02:002012-10-23T14:58:48.645+02:00Pendolarismo: le donne soffrono di più<a href="http://d.repubblica.it/argomenti/2012/10/22/news/donne_lavoro_pendolari-1306018/"></a><br />
<div style="text-align: right;">
Colonna sonora consigliata per l'articolo:<br />
<a href="http://www.youtube.com/watch?v=k9_VOy7VipQ">Dire Straits - Walk of Life</a><br />
<br /></div>
<div style="text-align: right;">
<h1>
</h1>
<div class="foto">
<div class="notes-container">
<div class="notes-container2" style="position: relative;">
<img alt="Pendolarismo: le donne soffrono di più" height="133" src="http://d.repubblica.it/images/2012/10/11/153705069-b2915e2d-c3c6-40a6-bd61-bddf988516b5.jpg" style="float: left;" width="200" /></div>
</div>
</div>
<h4 class="summary" style="text-align: left;">
In Italia il 22% della popolazione
impiega ogni giorno 72 minuti per andare al lavoro e secondo uno studio
l’impatto psicologico sulla donna è ben quattro volte superiore rispetto
a quello dell’uomo. Ad acuire lo stress, le incombenze collaterali del
quotidiano, come fare la spesa e andare a prendere i figli a scuola <em class="author">di Sara Ficocelli<a name='more'></a></em></h4>
<div class="article_text" style="text-align: left;">
Secondo una ricerca del Censis, i pendolari italiani, che in
tutto sono 13 milioni (circa il 22% della popolazione) “lavorano” in
media un mese e mezzo in più all’anno dei colleghi “normali” e impiegano
in media, tra andata e ritorno, 72 minuti al giorno per gli
spostamenti.<br />
<br />
Una vita difficile. Fatta di lunghe file in attesa
del treno o dell’autobus, stipati in spazi affollati e spesso in
condizioni igieniche precarie. Una vita che, secondo un’indagine della
Washington University di St Louis condotta su 4300 pendolari texani,
favorisce l’obesità in maniera direttamente proporzionale alla durata
del percorso casa-lavoro. Una vita che, letteralmente, intossica con lo
stress cervello e organismo. A pagarne le conseguenze più dure, secondo
uno studio dell’università di Sheffield in Gran Bretagna, è la salute
mentale delle donne.<br />
<br />
Secondo l’Office for National Statistics
inglese, un pendolare britannico impiega in media, per andare e tornare
dall’ufficio, 54 minuti al giorno. <strong>Una ventina in meno rispetto ai colleghi italiani</strong>,
ma quanto basta per sovraccaricarsi di stress. L’impatto psicologico di
questa situazione sulla donna, hanno calcolato i ricercatori, è ben
quattro volte superiore rispetto a quello dell’uomo, dato che si rivela
ancor più drammatico se si considera che le donne, a parità di carriera,
guadagnano in media il 16,7 per cento in meno dei colleghi maschi.<br />
<br />
La
ricerca, pubblicata sul Journal of Health Economics, ha analizzato i
dati raccolti tra il 1991 e il 2004 con l’annuale sondaggio Household
Panel Survey, condotto sulle famiglie inglesi per raccogliere
informazioni su lavoro, fattori sociali ed economici e condizioni di
benessere e salute. “Abbiamo accertato che le donne, specialmente quelle
con figli" spiega la sociologa ed economista <strong>Jennifer Roberts</strong>,
che ha condotto lo studio, "hanno maggiori probabilità di aggiungere
altre commissioni quotidiane ai propri spostamenti lavorativi, facendo
la spesa o accompagnando i figli. <strong>Queste responsabilità “extra”, che gli uomini generalmente non hanno</strong>, le rendono più sensibili allo stress del pendolarismo”.<br />
<br />
<div class="img left">
<div class="notes-container">
<div class="notes-container2" style="position: relative;">
<img alt="Pendolarismo: le donne soffrono di più" height="330" src="http://d.repubblica.it/images/2012/10/11/153704538-b6d15a45-220f-4d98-8c98-07627a13986d.jpg" style="float: left;" width="330" /></div>
</div>
</div>
In più, i vincoli di orario e la ridotta flessibilità che spesso si
incontra negli ambienti di lavoro rendono il pendolarismo un’attività
“obbligata” estremamente stressante. Negli uomini, al contrario, questa
pratica quotidiana non influisce affatto. Dall’indagine è emerso che le
donne più colpite dallo stress sono, nella maggior parte dei casi, <strong>madri con figli in età prescolare</strong>, e la sofferenza aumenta se la mamma-lavoratrice non riesce a ritagliarsi un minimo di tempo libero per sé stessa.<br />
<br />
Un altro studio dell’International Stress Management Association ha inoltre dimostrato che <strong>i pendolari rischiano di stressarsi più dei piloti di guerra e dei poliziotti antisommossa </strong>e
che sono anche soggetti a sviluppare una particolare forma di amnesia,
una sorta di stato mentale che renderebbe simili a “zombie” in cui si
dimentica quello che succede nel passaggio dal luogo di lavoro a casa. <br />
<br />
<strong>Pamela Serafini</strong>,
esperta in counseling psicologico e tecniche di gestione del peso
corporeo, individua i disturbi possibili “in una routine quotidiana
fatta di attese, ritardi, traffico e condizioni di viaggio non sempre
confortevoli. Tutto questo può diventare fonte di malessere”. <br />
<br />
Le
donne che patiscono lo stress sul posto di lavoro e occupano incarichi
di basso livello hanno, infine, secondo una ricerca dell’Istituto di
ricerca su lavoro e sanità canadese, una possibilità doppia di <strong>sviluppare il diabete</strong> rispetto a quelle che beneficiano di una maggior autonomia decisionale.<br />
<br />
Contrariamente
agli uomini, reagirebbero alla stanchezza consumando maggiori quantità
di lipidi e zuccheri e stimolando i meccanismi responsabili del diabete,
come l'aumento di ormoni come cortisolo e adranilina e il cambiamento
delle abitudini alimentari. Questo secondo studio, durato nove anni, ha
interessato un campione di 7.443 persone e ha rivelato che la
proporzione di casi di diabete attribuibili allo stress lavorativo nelle
donne ha raggiunto il 19%, un tasso superiore a quello legato ad altri
fattori come il consumo di tabacco, di alcool, o all'esercizio fisico, e
secondo solo all'obesità.</div>
<div class="article_text" style="text-align: left;">
<br /></div>
<div class="article_text" style="text-align: left;">
<a href="http://d.repubblica.it/argomenti/2012/10/22/news/donne_lavoro_pendolari-1306018/">http://d.repubblica.it/argomenti/2012/10/22/news/donne_lavoro_pendolari-1306018</a></div>
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicVlVRb1Tc8c4NWMM1Jx6rTmbF5w9O8d7WDhCxYtMlqCQuOhEKJDGXhsf7sCDDwBQn_Bfb-ALRUxq748LB2wJLhP3mTRmAZFxFk9etopx_Ge1rs2yYKkH-PHtKzXSnBXjPtGC5gYlSx0g/s1600/noche20oscura.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"></a></div>
in my opinionhttp://www.blogger.com/profile/03421164442302099635noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8428350584055068897.post-45467767692666925242012-10-16T16:48:00.000+02:002012-10-16T16:59:25.832+02:00La dignità delle donne sul posto di lavoro<div style="text-align: right;">
Colonna sonora consigliata per l'articolo:</div>
<div style="text-align: right;">
<a href="http://www.youtube.com/watch?v=3CUr0bnDCfM">http://www.youtube.com/watch?v=3CUr0bnDCfM</a><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<br />
<div style="text-align: left;">
</div>
<div align="right" style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: right;">
<span style="font-family: inherit;"><b><u>"Non si è più vittime, dal momento in
cui si esce dal silenzio"</u></b><o:p></o:p></span></div>
<div align="right" style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: right;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDf_NNamQOzBf9VAS2NU7_RnOZPKEzhcuSoYCYJOfEWJLEaQNz1rJxMDHBPEtGxrttfoko5Mq7dVWCtMHQOSXJ_ggF75DbkVvQBYELUxN7ydwvIiIX6zrXbqXMCj9jrnmXok4lQ7-5fcg/s1600/download.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: left;"><img border="0" height="151" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDf_NNamQOzBf9VAS2NU7_RnOZPKEzhcuSoYCYJOfEWJLEaQNz1rJxMDHBPEtGxrttfoko5Mq7dVWCtMHQOSXJ_ggF75DbkVvQBYELUxN7ydwvIiIX6zrXbqXMCj9jrnmXok4lQ7-5fcg/s200/download.png" width="200" /></a><span style="font-family: inherit;"></span><br />
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;">"Si considera molestia qualsiasi atteggiamento che provochi
oltraggio alla dignità o alla integrità fisica e psichica della persona. Spesso
la molestia prende il via da avvenimenti che possono sembrare irrilevanti in un
primo momento, può succedere di sdrammatizzare battute e scherzi di cattivo
gusto e poi trovarsi incastrati in</span></span></div>
</div>
<a name='more'></a><div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;">una rete subdola di manipolazioni e di agiti
che hanno lo scopo di mettere la persona molestata in condizioni di
inferiorità".<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm;">
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;">Non finirò mai di stancarmi di parlare di questo argomento, anche
perché una donna su tre, nel corso della sua vita, è stata vittima di molestie
sul posto di lavoro.<o:p></o:p></span></div>
</div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm;">
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;">Non è solo umiliante subire sul momento certe angherie e certi
gesti non desiderati, ma il continuo susseguirsi di maltrattamenti e
mortificazioni disorienta la vittima, portandola in un rapporto asimmetrico e
privandola di un qualsiasi tipo di reazione o difesa. La debolezza della
vittima viene sfruttata a tal punto che quest'ultima finirà per dare ragione al
suo molestatore.<o:p></o:p></span></div>
</div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm;">
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;">E' facile esercitare il proprio potere con chi è inferiore, non
c'è una vera lotta, ma solo la certezza di vincere e di essere i più forti.
Nelle situazioni di molestia sul posto di lavoro, il superiore utilizza il suo
potere per sentirsi valorizzato, ha bisogno di nutrire la sua fragile identità
schiacciando la sua dipendente che, per paura di essere licenziata, sopporta il
più delle volte in silenzio. A volte si fa abuso del proprio potere per
mascherare la propria incompetenza: se qualcuno, ed in particolare una donna,
costituisce un ostacolo o in generale rappresenta una minaccia, deve essere
allontanato, penalizzato. Queste persone agiscono con l'intento di disarmare la
donna, impedendole di difendersi. Se la dipendente ha capacità, creatività, si
fa in modo di boicottare il suo spirito di iniziativa, le si impedisce di
pensare, la si persuade della sua incompetenza e, se la sfortunata reagisce, si
fa in modo di isolarla, la si ignora, si boccia qualsiasi sua proposta. In un
secondo momento sopraggiungono le umiliazioni che possono arrivare alla
violenza fisica e molestia anche sessuale: tutti i mezzi sono buoni per
distruggere la donna presa di mira. Svalutare l'altro per conquistare stima di
sé è un atteggiamento riprovevole, chi usa violenza è convinto che l'altro lo
meriti e che non abbia diritto di lamentarsi.<o:p></o:p></span></div>
</div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm;">
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;">Chi approfitta della propria posizione sul posto di lavoro per
molestare sessualmente le proprie dipendenti non è certo persona in grado di
provare dei sensi di colpa. Sono personalità narcisiste che, avendo subito
nell'infanzia ferite profonde, cercano di mantenersi in equilibrio scaricando
su altri sofferenze che non riescono neanche a percepire. Convinti della
propria grandezza, hanno fantasie di successo smisurato, un continuo bisogno di
sentirsi ammirati, credono che tutto gli sia dovuto, si sentono speciali, non
sono in grado di essere empatici, sono invidiosi e arroganti. Per queste
persone, gli altri non esistono in quanto individui, ma come
"specchi", sono cioè necessari per alimentare la propria sicurezza di
"esistere". Il superiore di un'azienda che molesta una dipendente ha
bisogno di usare il suo potere per evitare la propria morte psichica, proprio
come un vampiro che ha bisogno di succhiare il sangue di vivi per vivere egli
stesso. E' un meccanismo di natura perversa che spinge chi è privo di sostanza
a riempirsi di qualcos'altro e, se non ci riesce, a distruggerlo. Il fascino
"ingannevole e artefatto" di queste personalità sta nella loro
megalomania: si mostrano come punti di riferimento, dispensatori del bene e del
male, sono brillanti, intelligenti, acuti, cercano la relazione con l'altro
solo per sedurlo. I loro rapporti sono privi di ogni forma di affettività, non
conoscono sentimenti veri, quando avviene una separazione o una delusione
reagiscono con una rabbia distruttiva e un forte desiderio di vendetta.
Possiamo immaginare cosa succede quando una donna, tra l'altro loro dipendente,
li rifiuta, cercando di difendere la propria identità.<o:p></o:p></span></div>
</div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm;">
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;">Dopo un breve excursus sull'argomento, posso solo affermare che,
non solo queste situazioni sono determinate da un abuso di potere, ma anche dal
maschilismo sfrenato che ancora permane in Italia e, soprattutto, sui luoghi di
lavoro anche perché le posizioni gerarchicamente più elevate in azienda sono
occupate in maggioranza da uomini. L'unica cosa da fare è che la vittima
di molestia parli subito con i colleghi e cerchi sostegno negli amici e
famigliari ed è molto importante rispondere con un no, senza giustificazioni,
alle avance del molestatore.<o:p></o:p></span></div>
</div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm;">
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;">Non si è più vittime nel momento in cui si esce dal silenzio.<o:p></o:p></span></div>
</div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm;">
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;">Fonte: <a href="http://www.margherita.net/salute_donne/psicologia/molestielavoro.html">http://www.margherita.net/salute_donne/psicologia/molestielavoro.html</a></span><span style="font-size: 13.5pt;"><o:p></o:p></span></div>
</div>
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicVlVRb1Tc8c4NWMM1Jx6rTmbF5w9O8d7WDhCxYtMlqCQuOhEKJDGXhsf7sCDDwBQn_Bfb-ALRUxq748LB2wJLhP3mTRmAZFxFk9etopx_Ge1rs2yYKkH-PHtKzXSnBXjPtGC5gYlSx0g/s1600/noche20oscura.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"></a></div>
in my opinionhttp://www.blogger.com/profile/03421164442302099635noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8428350584055068897.post-36564478545291491452012-10-08T10:10:00.001+02:002012-10-08T10:13:19.663+02:00E’ questo ciò che l’Italia può offrire a una coppia di innamorati?<div style="text-align: right;">
Colonna sonora consigliata per l'articolo:</div>
<div style="text-align: right;">
<a href="http://www.youtube.com/watch?v=1J8W6x4q9NQ">http://www.youtube.com/watch?v=1J8W6x4q9NQ</a><br />
<br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<br />
<div style="text-align: left;">
</div>
<div style="background-color: white; border: 0px; font-size: 14px; line-height: 22px; margin-bottom: 14px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjSTcn1phbnVVcN_RJX04C-aV4oLZTrbuEHU_EL7fmIVShfV-HnJlDlTdPfh6xIl33R8oI_rM-XBm9IovlptgyF3L1oAKqG_AvX7GToeewrHt2hSOBxSg5xK73URNXN6tYjKUP98Igf31s/s1600/22377_467249425646_2736271_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="140" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjSTcn1phbnVVcN_RJX04C-aV4oLZTrbuEHU_EL7fmIVShfV-HnJlDlTdPfh6xIl33R8oI_rM-XBm9IovlptgyF3L1oAKqG_AvX7GToeewrHt2hSOBxSg5xK73URNXN6tYjKUP98Igf31s/s200/22377_467249425646_2736271_n.jpg" width="200" /></a><em style="background-color: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"></em><br />
<div style="text-align: left;">
<em style="background-color: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><em style="background-color: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><span style="font-family: inherit;">Lettera inviata ai giornali italiani il 5 ottobre 2012. Nello stesso giorno, cortei studenteschi e duri scontri con la Polizia in molte città italiane.</span></em></em></div>
</div>
<div style="background-color: white; border: 0px; font-size: 14px; line-height: 22px; margin-bottom: 14px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;">Mi chiamo <strong style="background-color: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Erika Lanoni</strong>, sono una ragazza di 28 anni che lavora (fortunatamente!) come educatrice presso</span><br />
<a name='more'></a><span style="font-family: inherit;"> una Cooperativa Sociale romana. Ho un compagno di 36 anni, Daniele, </span><span style="font-family: inherit;">ed è per lui che </span><span style="background-color: transparent; font-family: inherit;">sono qui a scriverLe.</span></div>
</div>
<div style="background-color: white; border: 0px; font-size: 14px; line-height: 22px; margin-bottom: 14px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;">Nel febbraio del 2012 ha preso la coraggiosa decisione di dimettersi da un contratto a tempo indeterminato (dimissioni per giusta causa, dato il reteirato ritardo nei pagamenti degli stipendi) che aveva presso una società in sub-appalto a Trenitalia, che di lì a 3 mesi ha poi dichiarato “fallimento” mettendo oltre 250 dipendenti in cassa integrazione (la società è la <a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/04/22/licenziati-operatori-call-center-trenitalia/206439/" style="background-color: transparent; border-bottom-style: dotted; border-width: 0px 0px 1px; color: rgb(1, 73, 126) !important; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-decoration: none; vertical-align: baseline;" target="_blank">Format Contact Center Srl,</a>qualora vogliate fare dei “controlli” sulla veridicità delle mie affermazioni).</span></div>
</div>
<div style="background-color: white; border: 0px; font-size: 14px; line-height: 22px; margin-bottom: 14px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;">All’epoca io scrissi a diverse testate giornalistiche, al programma di<em style="background-color: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"> Striscia la Notizia</em> e al programma <em style="background-color: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Le Iene</em>, senza ovviamente ottenere un riscontro, in quanto molto probabilmente, trattandosi di una società importante (Trenitalia, appunto) nessuno aveva voglia di ”macchiare” la propria carriera per 250 misere persone comuni.</span></div>
</div>
<div style="background-color: white; border: 0px; font-size: 14px; line-height: 22px; margin-bottom: 14px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;">Il nostro caro Bel Paese, in fondo, permette alle società di attuare questi magnifici “giochini”, creando mini-società con capitale di 10.000 €, con 200/300 dipendenti e con una sola commessa lavorativa, commessa che, una volta “persa” fornisce alle suddette società un ”alibi” per mandare a casa tutti i dipendenti, senza nessuna conseguenza.</span></div>
</div>
<div style="background-color: white; border: 0px; font-size: 14px; line-height: 22px; margin-bottom: 14px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;">Ma questo è un altro discorso che, qualora Lei voglia, sarei disponibile ad intraprendere ed approfondire.</span></div>
</div>
<div style="background-color: white; border: 0px; font-size: 14px; line-height: 22px; margin-bottom: 14px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;">Ad oggi sono qui a “denunciare” il fatto che, da aprile 2012 il mio compagno ha inviato circa <strong style="background-color: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">316 curriculae</strong> (purtroppo sono dimostrabili solo le candidature degli ultimi 2 mesi, posso fornirne prova) ed è stato contattato da una sola società, la quale ha fatto un colloquio conoscitivo e non ha mai più richiamato.</span></div>
</div>
<div style="background-color: white; border: 0px; font-size: 14px; line-height: 22px; margin-bottom: 14px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;">Ha 36 anni ed è quindi considerato “vecchio” per il mondo del lavoro, perchè infondo le leggi agevolano esclusivamente le assunzioni degli under 30 (ovviamente sempre a favore delle società, che “risparmiamo” facendo contratti di apprendistato).</span></div>
</div>
<div style="background-color: white; border: 0px; font-size: 14px; line-height: 22px; margin-bottom: 14px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;">E quindi ci ritroviamo, ad oggi, con il mio unico stipendio, che non ci permette ovviamente di andare avanti.. Saremo a breve costretti a dare disdetta del contratto di affitto, il mio compagno dovrà tornare a casa dei suoi genitori ed io.. Non lo so, forse prenderò una stanza in affitto da qualche parte.. Abbiamo anche due cagnolini trovati qualche mese fa abbandonati per la strada, che non sappiamo a chi dare, forse a qualche amico..</span></div>
</div>
<div style="background-color: white; border: 0px; font-size: 14px; line-height: 22px; margin-bottom: 14px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;">E’ davvero questo quello che ha da offrire il nostro Paese a due giovani innamorati disposti a qualsiasi sacrificio, pur di stare insieme? A due giovani persone che l’unica cosa che chiedono è il diritto al lavoro?</span></div>
</div>
<div style="background-color: white; border: 0px; font-size: 14px; line-height: 22px; margin-bottom: 14px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<br />
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;">Le sto scrivendo per capire se, in qualche modo, sia possibile avere un piccolo spazio in qualche articolo di giornale o in qualche trasmissione televisiva per tutti quegli italiani, “disperati ed esasperati” come noi, che non riescono, per quanto si sforzino, a trovare una via d’uscita..</span></div>
<span style="font-family: inherit;"></span><br />
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;">Sarebbe fattibile un piccolo programma che usi la grande forza comunicativa dei Media per cercare lavoro per tutte queste persone? Abbiamo bisogno, noi due e tutti gli italiani, di </span><strong style="background-color: transparent; border: 0px; font-family: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">qualcuno che sia disposto a darci voce</strong><span style="font-family: inherit;">, facendoci uscire dall’anonimato e dalla crisi che ci circonda…</span></span></div>
<span style="font-family: inherit;">
</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; font-size: 14px; line-height: 22px; margin-bottom: 14px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<br />
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;">Sperando vivamente in un Suo riscontro, Le porgo i miei</span></div>
<span style="font-family: inherit;"></span><br />
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;">più cordiali saluti,</span></span></div>
<span style="font-family: inherit;">
</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; font-size: 14px; line-height: 22px; margin-bottom: 14px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;">Erika Lanoni</span></div>
</div>
<div style="background-color: white; border: 0px; font-size: 14px; line-height: 22px; margin-bottom: 14px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<br />
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;">una 28enne italiana con le lacrime agli occhi</span></div>
<span style="font-family: inherit;"></span><br />
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;">delusa, consumata, e sfruttata dal suo Paese</span></span></div>
<span style="font-family: inherit;">
</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; font-size: 14px; line-height: 22px; margin-bottom: 14px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<div style="text-align: left;">
fonte: <a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/10/07/e-questo-cio-che-litalia-puo-offrire-a-coppia-di-innamorati/375364/" style="background-color: transparent;">http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/10/07/e-questo-cio-che-litalia-puo-offrire-a-coppia-di-innamorati/375364/</a></div>
</div>
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicVlVRb1Tc8c4NWMM1Jx6rTmbF5w9O8d7WDhCxYtMlqCQuOhEKJDGXhsf7sCDDwBQn_Bfb-ALRUxq748LB2wJLhP3mTRmAZFxFk9etopx_Ge1rs2yYKkH-PHtKzXSnBXjPtGC5gYlSx0g/s1600/noche20oscura.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"></a></div>
in my opinionhttp://www.blogger.com/profile/03421164442302099635noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8428350584055068897.post-27013217810371061662012-10-03T11:27:00.003+02:002012-10-03T14:09:21.930+02:00Madrid noi c'eravamo! 29-09-2012<div style="text-align: right;">
Colonna sonora consigliata per l'articolo:</div>
<div style="text-align: right;">
<a href="http://www.youtube.com/watch?v=TklpVzeFhgo">http://www.youtube.com/watch?v=TklpVzeFhgo</a><br />
<br />
<br />
<div style="text-align: left;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh17uFifQs3mpEs6n3ePG9fpsOiNSJM4FNcxg3I1br389Z6z56veDifdJhsFtxcRlqRCpQd7tFr3e8D80PyBUA2ow5f63kTvcicTVgu1z3paSFTCZqewppUdXDDMc6iwCAO3WAYPNOGaF4/s1600/DSCN0271.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh17uFifQs3mpEs6n3ePG9fpsOiNSJM4FNcxg3I1br389Z6z56veDifdJhsFtxcRlqRCpQd7tFr3e8D80PyBUA2ow5f63kTvcicTVgu1z3paSFTCZqewppUdXDDMc6iwCAO3WAYPNOGaF4/s200/DSCN0271.JPG" width="200" /></a>La prima domanda che tutti mi pongono da quando sono tornata in Italia è: "Ma non era pericolosa la manifestazione? Sai, ci sono stati tanti scontri e arresti". Per molti di voi può essere una domanda normale, ma a me fa solo terribilmente incazzare (scusate il francesismo). Ovviamente, gli scontri ci sono stati, ma come potevano non esserci in una manifestazione che ha quasi bloccato Madrid? </div>
<a name='more'></a><div style="text-align: left;">
Dopo aver partecipato alla manifestazione, mi sono resa conto, per l'ennesima volta, di quanto l'informazione che ci propinano i nostri media sia distorta.. Dello scorso sabato, di Madrid, hanno parlato solo degli arresti che sono avvenuti, ma in nessun telegiornale, hanno spiegato che alle ore sei, davanti al Parlamento, erano presenti, soprattutto, oltre agli indignados, famiglie con bambini e pure anziani (non solo giovani che si facevano canne, come la maggior parte dei miei conoscenti crede) tutti insieme in un unico coro: DIMISSION! E a tutti coloro che mi dicono che essere stati a Madrid in questo periodo è stato rischioso, io rispondo: È MOLTO PIÚ RISCHIOSO STARE SOLO A GUARDARE MENTRE CI UCCIDONO LENTAMENTE E COL SORRISO SULLE LABBRA. Finché avrò vita continuerò a lottare per tutto ciò in cui credo e non servirà a fermarmi neppure la polizia in tenuta antisommossa.</div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjW9XnsGiTxks_JvK1NeT3W6-6BQ77GlnF8ih2IvzXvE_s3PXXJ_ZvwhjKq0Sp4w9tWAvwgb8t4Rjb7hShzRI2oaWINFmwyL-V1DJwqcO7S-2Xrh_P-QeHSG6YZgGAoOXHF_4wP959ZieY/s1600/DSCN0267.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjW9XnsGiTxks_JvK1NeT3W6-6BQ77GlnF8ih2IvzXvE_s3PXXJ_ZvwhjKq0Sp4w9tWAvwgb8t4Rjb7hShzRI2oaWINFmwyL-V1DJwqcO7S-2Xrh_P-QeHSG6YZgGAoOXHF_4wP959ZieY/s320/DSCN0267.JPG" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiug8bgCGW9feg8bCGTsXs2lLL7Ubvskekl2YQtd1lHGqvRJs59v-qT-hsvDp_ZrVdHOm8FBCkF9CaZi9Ic5ufQBlyVi1Dkc-PxaAnj3JrZBZxR7Z5_CTMTiUJWboz6Dd3AhBZVcPAUFyU/s1600/DSCN0268.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiug8bgCGW9feg8bCGTsXs2lLL7Ubvskekl2YQtd1lHGqvRJs59v-qT-hsvDp_ZrVdHOm8FBCkF9CaZi9Ic5ufQBlyVi1Dkc-PxaAnj3JrZBZxR7Z5_CTMTiUJWboz6Dd3AhBZVcPAUFyU/s320/DSCN0268.JPG" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnnMq4Voj9b3rZAFtI06klbYgCcocqgjDEGPfQIvqW4c83G6ZFTOyLtpVhkvE4gtG9ehgpHUJ8vfCpMq3SEVj_QPDJMtMlG5vSl9XfATozGYpMQ4EnReuRtXExM_Yzm7knXXMBozfmAe8/s1600/DSCN0269.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnnMq4Voj9b3rZAFtI06klbYgCcocqgjDEGPfQIvqW4c83G6ZFTOyLtpVhkvE4gtG9ehgpHUJ8vfCpMq3SEVj_QPDJMtMlG5vSl9XfATozGYpMQ4EnReuRtXExM_Yzm7knXXMBozfmAe8/s320/DSCN0269.JPG" width="320" /></a></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgY42o2OhBxnSNWM2XWZkMLEGFOiPL-c35zgcVwzKwLxOlXjLyT4QrJ9gm63xZnBqkvBSSqd7fc-fIYtQNpBCTFmrs3AN9W3ViAJLSWjpMRnFDsqe3irm4lXVV-5pAcYU0nzBk5KzoP4U4/s1600/DSCN0272.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgY42o2OhBxnSNWM2XWZkMLEGFOiPL-c35zgcVwzKwLxOlXjLyT4QrJ9gm63xZnBqkvBSSqd7fc-fIYtQNpBCTFmrs3AN9W3ViAJLSWjpMRnFDsqe3irm4lXVV-5pAcYU0nzBk5KzoP4U4/s320/DSCN0272.JPG" width="320" /></a></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUJKIUG5wiJwnnWfoFeZYo3O_VumoNTn1mu5ptzpKmHc7mvCm_VXWahLE9sc3qrd97-KH-phIzmcXPEbcdYrqmzant1DR1GDsJANlxbfW-b4kpcWgWypMEvYX8P4Kv41_ZiThCR9N0IDM/s1600/DSCN0274.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUJKIUG5wiJwnnWfoFeZYo3O_VumoNTn1mu5ptzpKmHc7mvCm_VXWahLE9sc3qrd97-KH-phIzmcXPEbcdYrqmzant1DR1GDsJANlxbfW-b4kpcWgWypMEvYX8P4Kv41_ZiThCR9N0IDM/s320/DSCN0274.JPG" width="320" /></a></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEifaaMai4E7lRsLF4bc711mFFr4noNYjkQhaNwMP3DqQ0qPsfEp6UfhhpoWNwvW2zE7wXcGVmCX4QoKC3VDGpQqxwJdHY-ywRhcs9hQ6ptAGepx75xEQZM1DB5OeEYSwi788o1FbOFWzrU/s1600/DSCN0275.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEifaaMai4E7lRsLF4bc711mFFr4noNYjkQhaNwMP3DqQ0qPsfEp6UfhhpoWNwvW2zE7wXcGVmCX4QoKC3VDGpQqxwJdHY-ywRhcs9hQ6ptAGepx75xEQZM1DB5OeEYSwi788o1FbOFWzrU/s320/DSCN0275.JPG" width="320" /></a></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXfdLqiAMgDW568fTBqjnVjhY418uj5Ufewn5lYH3_U8JVH5DmHAD2j8_H6FsXXD51kLJms_jApODwW13GZqC4c8OpOG4sEmx3Wul6kaMKiG9y2sBv-4j6eJPDdXiVHnaTRNXzHV94uEM/s1600/DSCN0280.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXfdLqiAMgDW568fTBqjnVjhY418uj5Ufewn5lYH3_U8JVH5DmHAD2j8_H6FsXXD51kLJms_jApODwW13GZqC4c8OpOG4sEmx3Wul6kaMKiG9y2sBv-4j6eJPDdXiVHnaTRNXzHV94uEM/s320/DSCN0280.JPG" width="320" /></a></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJllzAKtSx_ZFtfZz6Mx62N3IrWPg9wjde3KHhQC3cV00KZMW6yiJsSs6UpLBWswcPl2lv60qwYcjfdZukAENfI6sF8hHItvFFWLrv6qwVWB-ezmH1I8R70XRXViaxNOqbUFTioZIGzEw/s1600/DSCN0281.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJllzAKtSx_ZFtfZz6Mx62N3IrWPg9wjde3KHhQC3cV00KZMW6yiJsSs6UpLBWswcPl2lv60qwYcjfdZukAENfI6sF8hHItvFFWLrv6qwVWB-ezmH1I8R70XRXViaxNOqbUFTioZIGzEw/s320/DSCN0281.JPG" width="320" /></a></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgagL6giSlOexeZcw07dpRuJkyX2oSCGpSn6RU9vxejUD_bqlBPOEDsNcc32gnYvYtuAlRMMPpEJPKIVbEzWwjFj4p-xr-BvleD3tL2bkZj4VSGUeAjjqo85ea8oHWpGiiFvq5W7pYHE4g/s1600/DSCN0282.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgagL6giSlOexeZcw07dpRuJkyX2oSCGpSn6RU9vxejUD_bqlBPOEDsNcc32gnYvYtuAlRMMPpEJPKIVbEzWwjFj4p-xr-BvleD3tL2bkZj4VSGUeAjjqo85ea8oHWpGiiFvq5W7pYHE4g/s320/DSCN0282.JPG" width="320" /></a></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjcfArQ7dFGY1PGcUjorbag04gB6bb3qlWF3Awvi5muLf3vxELSqUlIaKuguAi8KAUbe_BXxkFyc0p7qIUIoDYeY8IlLRHBqbsePgujRBAdak3UoJjXCzpkTIRLgYzdFbnrZj9xuL-hvww/s1600/DSCN0283.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjcfArQ7dFGY1PGcUjorbag04gB6bb3qlWF3Awvi5muLf3vxELSqUlIaKuguAi8KAUbe_BXxkFyc0p7qIUIoDYeY8IlLRHBqbsePgujRBAdak3UoJjXCzpkTIRLgYzdFbnrZj9xuL-hvww/s320/DSCN0283.JPG" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicVlVRb1Tc8c4NWMM1Jx6rTmbF5w9O8d7WDhCxYtMlqCQuOhEKJDGXhsf7sCDDwBQn_Bfb-ALRUxq748LB2wJLhP3mTRmAZFxFk9etopx_Ge1rs2yYKkH-PHtKzXSnBXjPtGC5gYlSx0g/s1600/noche20oscura.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"></a></div>
in my opinionhttp://www.blogger.com/profile/03421164442302099635noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8428350584055068897.post-89553737238707579832012-10-02T16:57:00.001+02:002012-10-03T11:56:46.272+02:00Se si vendono più biciclette che automobili (e nessuno se ne accorge)<div style="text-align: right;">
Colonna sonora consigliata per l'articolo:<br />
<a href="http://www.youtube.com/watch?v=DjQoWfstQUU">http://www.youtube.com/watch?v=DjQoWfstQUU</a>
</div>
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<div style="background-color: white; border: 0px; font-size: 14px; line-height: 22px; margin-bottom: 14px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: left; vertical-align: baseline;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_Tr9y325582yNxwML_10Wg-Kl1TCX56mh5Lzzhq9loZBfxTETljgcy5iPAhFHrw99LSz7tqMoN5efvbyK4Vu6U4LonutFMUpS61P4uDJBG-44FZ44i8TONhOvQpBvmp7KId6uWR_m9HQ/s1600/bici+vs+macchina+1.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; font-family: Georgia; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="173" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_Tr9y325582yNxwML_10Wg-Kl1TCX56mh5Lzzhq9loZBfxTETljgcy5iPAhFHrw99LSz7tqMoN5efvbyK4Vu6U4LonutFMUpS61P4uDJBG-44FZ44i8TONhOvQpBvmp7KId6uWR_m9HQ/s200/bici+vs+macchina+1.jpg" width="200" /></a><span style="font-family: inherit;"><strong style="background-color: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><span style="font-weight: normal;">Non bisognava essere dei maghi per prevederlo, alla fine è successo.</span> Le vendite di biciclette nel 2011 hanno superato le vendite di automobili</strong> per la prima volta dal dopoguerra. <a href="http://bicisnob.wordpress.com/2012/10/01/sorpasso-bici-nelle-vendite-superano-le-auto/" style="background-color: transparent; border-bottom-style: dotted; border-width: 0px 0px 1px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-decoration: none; vertical-align: baseline;" target="_blank">Le cifre ufficiali parlano di 1.748.143 automobili contro 1.750.000 biciclette</a>, uno scarto minimo, ma che dà il polso di quanto sta accadendo in Italia: gli Italiani comprano sempre meno automobili e cercano modi alternativi di muoversi.</span><br />
<a name='more'></a></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; font-size: 14px; line-height: 22px; margin-bottom: 14px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: left; vertical-align: baseline;">
<span style="font-family: inherit;">Sarebbe bello pensare che gli Italiani all’improvviso si siano scoperti un popolo attento alla sostenibilità ambientale e alla propria salute, ma la realtà è un’altra: <strong style="background-color: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">la crisi</strong> sta modificando il modo in cui si affrontano i bisogni quotidiani, in questo caso specifico, <strong style="background-color: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">il bisogno di mobilità.</strong></span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; font-size: 14px; line-height: 22px; margin-bottom: 14px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: left; vertical-align: baseline;">
<span style="font-family: inherit;">Quello che la crisi però ancora non è riuscita a modificare sono le <strong style="background-color: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">politiche degli amministratori</strong>del nostro bel paese che, invece, non riescono neppure a percepire che c’è un cambiamento in atto: giusto per citare un esempio, venerdì 5 e Sabato 6 Ottobre a Reggio Emilia si terranno gli <a href="http://statigeneralibici.it/gruppi-di-lavoro-e-programma/" style="background-color: transparent; border-bottom-style: dotted; border-width: 0px 0px 1px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-decoration: none; vertical-align: baseline;" target="_blank">Stati Generali della Bicicletta e della Mobilità Nuova</a>, un evento organizzato dall’Associazione Nazionale Comuni Italiani, #salvaiciclisti, Legambiente e FIAB in cui si tenterà di stilare un<strong style="background-color: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"> piano strategico per rispondere alle esigenze di mobilità</strong> dei cittadini italiani negli anni a venire. Leader di partito e ministri di competenza hanno già fatto sapere di non essere interessati alla cosa e che quindi non parteciperanno (forse avevano già preso impegni con<a href="https://twitter.com/i/#!/search/?q=sergio+passera+%23chetempochefa&src=typd" style="background-color: transparent; border-bottom-style: dotted; border-width: 0px 0px 1px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-decoration: none; vertical-align: baseline;" target="_blank"> l’amico Sergio</a>).</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; font-size: 14px; line-height: 22px; margin-bottom: 14px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: left; vertical-align: baseline;">
<span style="font-family: inherit;">Qualcuno potrà a questo punto far notare che se la politica non si interessa di mobilità ciclabile è perché questa smuove (allo stato attuale) ben pochi denari rispetto all’automobile e al suo indotto, tuttavia non possiamo dimenticare che il compito primario della politica dovrebbe essere quello di<strong style="background-color: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">prendersi cura dei propri cittadini</strong> e non quello di massimizzare il profitto (Pil) dell’azienda-paese e che l’elenco delle azioni prioritarie da compiere dovrebbe essere stilato sulla logica del diffondere benessere nel maggiore numero possibile di persone. Nel 2011 in Italia le persone che hanno comprato una bicicletta hanno superato il numero di persone che hanno comprato un automobile: il buon amministratore, in questo caso, dovrebbe prendere atto della realtà e iniziare a sviluppare le politiche opportune per<strong style="background-color: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"> favorire e tutelare chi usa la bici</strong>, un segmento in crescita della popolazione e che è stato dimenticato per troppo tempo.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; font-size: 14px; line-height: 22px; margin-bottom: 14px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: left; vertical-align: baseline;">
<span style="font-family: inherit;">Ma se i guru da salotto della politica del nostro paese hanno gli occhi coperti da gigantesche fette di salame, alla società civile non resta che continuare a lavorare, gratis e dal basso, come sempre. La speranza è che prima o poi finiscano per mangiarsi anche quelle ultime fette di salame e vedano finalmente in che direzione sta andando il paese.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; font-size: 14px; line-height: 22px; margin-bottom: 14px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: left; vertical-align: baseline;">
<span style="font-family: inherit;">Nel frattempo, l’appuntamento è per venerdì e sabato a Reggio Emilia, dove cercheremo di spiegare, con l’aiuto di tecnici ed esperti di rilievo, che il tema della ciclabilità<strong style="background-color: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"> non si risolve con un pista ciclabile pitturata per terra.</strong></span></div>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
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<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
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<span style="font-family: inherit;">Fonte: <a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/10/01/se-si-vendono-piu-biciclette-che-automobili-e-nessuno-se-ne-accorge/369298/" style="text-align: right;">http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/10/01/se-si-vendono-piu-biciclette-che-automobili-e-nessuno-se-ne-accorge/369298/</a></span></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicVlVRb1Tc8c4NWMM1Jx6rTmbF5w9O8d7WDhCxYtMlqCQuOhEKJDGXhsf7sCDDwBQn_Bfb-ALRUxq748LB2wJLhP3mTRmAZFxFk9etopx_Ge1rs2yYKkH-PHtKzXSnBXjPtGC5gYlSx0g/s1600/noche20oscura.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"></a></div>
in my opinionhttp://www.blogger.com/profile/03421164442302099635noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8428350584055068897.post-77667123297273712632012-09-25T18:40:00.001+02:002012-09-25T18:40:27.052+02:00L'Italia che conta.<div style="text-align: right;">
Colonna sonora consigliata per l'articolo:</div>
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<a href="http://www.youtube.com/watch?v=QdLzSkZUJpo">http://www.youtube.com/watch?v=QdLzSkZUJpo</a>
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<header style="background-color: white; border: 0px; line-height: 20px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><hgroup style="background-color: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbkDHMESPTlNU8S2TTlB0NLVsC-R15TyM5xioe6n2OKtvmVIJbw_7M8LyYKYowdAQlMdfoQIg9nBPP6pQ4q_oUzmGdKdw7AYkjcdweqNnDFnPsqsbnY78GV-pJK7p4UjMBRHBm6pwzNIc/s1600/Technogym.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="93" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbkDHMESPTlNU8S2TTlB0NLVsC-R15TyM5xioe6n2OKtvmVIJbw_7M8LyYKYowdAQlMdfoQIg9nBPP6pQ4q_oUzmGdKdw7AYkjcdweqNnDFnPsqsbnY78GV-pJK7p4UjMBRHBm6pwzNIc/s200/Technogym.jpg" width="200" /></a><h1 style="background-color: transparent; border: 0px; font-style: inherit; line-height: 30px; margin: 2px 0px 4px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: left; vertical-align: baseline;">
</h1>
<h1 style="background-color: transparent; border: 0px; font-style: inherit; margin: 2px 0px 4px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-family: inherit; font-size: small;">Technogym lancia la Wellness Valley</span></h1>
<h3 style="background-color: transparent; border: 0px; font-size: 14px; font-style: inherit; font-weight: normal; line-height: 17px; margin: 0px 0px 5px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: left; vertical-align: baseline;">
<span style="font-family: inherit;">SABATO PROSSIMO IL GRUPPO DI NERIO ALESSANDRI INAUGURA IL NUOVO STABILIMENTO IPER HI-TECH E IPER SOSTENIBILE. MA IL VERO OBIETTIVO DELL’IMPRENDITORE È QUELLO DI <a name='more'></a>REALIZZARE NELLA ZONA TRA LE COLLINA DI CESENA LA SILICON VALLEY DEL BENESSERE </span></h3>
<h3 style="background-color: transparent; border: 0px; font-size: 14px; font-style: inherit; font-weight: normal; line-height: 17px; margin: 0px 0px 5px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: left; vertical-align: baseline;">
<em class="author" style="background-color: transparent; border: 0px; display: inline !important; font-size: 12px; line-height: 20px; margin: 0px 0px 5px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><span style="font-family: inherit;"> Jenner Meletti</span></em></h3>
<div class="archive-button" id="bookmark-container" style="background-color: transparent; border: 0px; float: none !important; font-size: 14px; font-style: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: left; vertical-align: baseline;">
<span style="font-family: inherit;">Cesena Mele verdi e rosse, in grandi cesti, nella hall che sembra quella di un hotel cinque stelle e negli uffici. La fabbrica più bella d’Italia sarà inaugurata sabato 29 settembre (con il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e con l’ex Presidente Usa Bill Clinton) ma è già in funzione. Grandi prati verdi, un laghetto. In un’Italia dove troppi, dall’Ilva al Sulcis, sono costretti a una lotta disperata per difendere un lavoro da disperati, il Technogym Village sembra un miraggio: 1.200 persone - oltre 200 fra ingegneri, architetti e ricercatori e 900 operai - costruiscono le macchine per la salute che per il 90% saranno vendute fuori dall’Italia, confermando la leadership di un’azienda che ha già attrezzato 65.000 centri Wellness e 100.000 abitazioni in 100 Paesi del mondo. Non si fanno turni, nella «fabbrica a misura d’uomo» progettata da Antonio Citterio e Patricia Well. Per la pausa pranzo puoi decidere se fermarti un’ora o due. C’è il ristorante a chilometri zero - tre menù al giorno, uno è vegetariano - e ci sono la palestra e la Spa, con bagno turco, piscina, idromassaggio. «Chi lavora - dice Nerio Alessandri, classe 1961, il fondatore della Technogym - ha diritto alla salute. Wellness vuol dire stare bene e deve stare bene anche chi prepara i progetti e costruisce le nostre macchine ». In una grande sala, un piccola foto racconta l’inizio dell’avventura. Mostra un garage, in via Mentana 44, a Calisese</span></div>
</hgroup></header><span style="background-color: white; font-size: 14px; line-height: 20px;"><div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;">sulle colline di Cesena. Si vede un Hack squat, un attrezzo che un tempo funzionava con pesi e bilancieri. «Io ho pensato a una macchina diversa, più semplice da usare, più sicura e assistita. Ho messo assieme la mia passione per la meccanica da ragazzo mi costruivo i motorini da solo - e quella per la ginnastica». L’attrezzo fu costruito e venduto 29 anni fa a una palestra di Cesena ed è stato ricomprato quest’anno e sarà mostrato nel Village il giorno dell’inaugurazione. «Mio padre era capomastro. Lavoravo nel garage il sabato e la domenica e mio padre teneva fuori la sua 850. Dalla mia famiglia ho imparato che, per costruire cose buone, ci vogliono spirito di sacrificio, senso del dovere, passione, creatività ed umiltà. Ho inventato il Wellness quando imperava il Fitness degli americani. Io ho pensato ad attrezzi per tutti, non solo a chi voleva farsi i muscoli. Attrezzi funzionali ma anche belli. Per donne e non solo per uomini. Con una buona meccanica ma anche con l’informatica. Sono nate qui le prime macchine con la tv, internet e misuratori del battito cardiaco. Avevo un’ossessione: battere gli americani. E ci sono riuscito, anche se all’inizio non potevi mettere “Made in Italy” perché sarebbe stato controproducente. L’Italia, allora, era conosciuta solo per la moda». Il passo in avanti è arrivato con Technogym Total Solution, una proposta su misura per ogni singolo cliente, con pacchetti che contengono attrezzature, software per l’allenamento, servizi come l’Interior Design, la consulenza, la formazione e l’assistenza post vendita. «Il segreto? Mettere al centro l’uomo. Senza salute non ci può essere uno sviluppo sostenibile. E’ stato calcolato che un meno 10% di malattie cardiovascolari equivale a 1 punto in più di Pil, e con il Wellness la riduzione può arrivare al 40%. Grandi successi si ottengono anche contro il diabete, la depressione, i tumori. L’uomo è nato per muoversi. I nostri primi antenati, per procurarsi il cibo, camminavano per 30 o 40 chilometri al giorno. Ora in media non si arriva a 1 chilometro al giorno e l’obesità affligge una parte importante del mondo». Sugli ascensori una grande scritta invita comunque a fare le scale. Molte salette di riunione sono senza sedie, per permettere una posizione eretta e anche per finire prima. «Stare bene - dice Nerio Alessandri, che si definisce un “imprenditore sociale” - conviene a tutti. Al governo che risparmia sulla spesa sanitaria, alle aziende che hanno meno assenze per ma-lattia, alla gente che così vive meglio. Dieci anni fa abbiamo dato vita anche a una fondazione, con la quale ad esempio facciamo progetti di educazione alla salute per 15.000 bambini di Cesena e portiamo 10.000 anziani nei parchi, con gli istruttori, per fare ginnastica. Non siamo solo venditori di macchine, sia pure le migliori del mondo. Sulla salute vogliamo diventare consulenti, a livello mondiale, per governi, aziende e persone». La ricerca resta la punta di diamante. «Il Technogym Village è il luogo dove i nostri architetti, ingegneri, medici e istruttori progettano il futuro. Non si tratta solo di un piano aziendale. Vogliamo che la Romagna diventi la Wellness Valley, punto di riferimento mondiale per la salute». Tutto questo, semplicemente, «si può fare». Basta guardare il nuovo Village e pensare al garage di 30 anni fa. «In fondo, vendere Wellness agli americani è stato come vendere birra ai tedeschi. Ci sono riuscito. Basta ripetersi ». Qui sopra, Nerio Alessandri, fondatore e numero uno della Technogym. A lato, il nuovo stabilimento che è il cuore del Technogym Village.</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;">Fonte: </span><a href="http://www.repubblica.it/economia/affari-e-finanza/2012/09/24/news/technogym_lancia_la_wellness_valley-43137769/" style="background-color: transparent; text-align: right;">http://www.repubblica.it/economia/affari-e-finanza/2012/09/24/news/technogym_lancia_la_wellness_valley-43137769/</a></div>
</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicVlVRb1Tc8c4NWMM1Jx6rTmbF5w9O8d7WDhCxYtMlqCQuOhEKJDGXhsf7sCDDwBQn_Bfb-ALRUxq748LB2wJLhP3mTRmAZFxFk9etopx_Ge1rs2yYKkH-PHtKzXSnBXjPtGC5gYlSx0g/s1600/noche20oscura.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"></a></div>
in my opinionhttp://www.blogger.com/profile/03421164442302099635noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8428350584055068897.post-47399117407438396852012-09-24T22:55:00.003+02:002012-09-24T23:14:46.381+02:00Media&Moda, libertà riflessa.<div style="text-align: right;">
Colonna sonora consigliata per l'articolo:</div>
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<a href="http://www.youtube.com/watch?v=HX-t_19UfDg&feature=related" style="text-align: start;">http://www.youtube.com/watch?v=HX-t_19UfDg&feature=related</a>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjeAc1n810Ue8UmG2jtHeeR_1edXjkqYQjISP5NSlHef-1cOd1MQdYyxn0GqIES3dLIfxyGKMYhTdu2uKOZbH_99aFI0lqA9BRpepmwMxIVta4qamnKuRM21I-WuB0kHYgHFYcioV71NXs/s1600/7789017736_5ea914c409_b.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="135" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjeAc1n810Ue8UmG2jtHeeR_1edXjkqYQjISP5NSlHef-1cOd1MQdYyxn0GqIES3dLIfxyGKMYhTdu2uKOZbH_99aFI0lqA9BRpepmwMxIVta4qamnKuRM21I-WuB0kHYgHFYcioV71NXs/s200/7789017736_5ea914c409_b.jpg" width="200" /></a><b><i>ABBIATE UN PENSIERO CRITICO NELLA VITA E SOPRATTUTTO IN QUELLO CHE FATE, ALTRIMENTI SARETE SCHIAVI DI CHI CE L'HA, PERCHÈ CIÒ RICADE INEVITABILMENTE SU DI VOI. OGNI GIORNO.</i></b></div>
<div style="text-align: start;">
<br /></div>
<div style="text-align: start;">
Introduco un argomento che avrebbe bisogno di fiumi di parole per essere spiegato e interpretato. Cercherò<br />
<a name='more'></a>con poco di portarvi qua, in un angolo della mia stanza per darvi un diverso punto di vista, una visione che magari non avete neanche mai considerato, pensato. Fari puntati su chi, per caso o per volontà propria ha scelto di decidere per voi. Introduciamo i due ambiti fondamentali: moda e media. Due potentissimi mezzi di comunicazione e persuasione che difendono a spada tratta la tua libertà di scelta, per non dire "usano" la tua libertà che per questo diventa riflessa, schiava. Ma facciamo chiarezza su questo punto che ha una sfumatura IMMANE sul concepimento della nostra reale libertà. Penso che chiunque oggi, sia inevitabilmente bombardato dai media e dalle tendenze che la moda lancia; dai giornali, alle tv, a internet! fino a qui siamo tutti d'accordo? bene..<br />
<br />
Prima di proseguire vorrei farvi una domanda: <i>quanti di voi si sono mai domandati come realmente funzionano questi mezzi, che hanno un potere assoluto su di voi e sulle vostre idee? </i><br />
<br />
Allora, se non l'avete ancora fatto è un peccato, perchè significa aver agito sempre d'impulso a quello che vi è stato propinato fin dalla notte dei tempi. Se invece siete stati più lungimiranti e critici vi meritate un plauso dal sottoscritto e dovreste aver trovato che il funzionamento dei media e della moda suoni pressapoco cosi:<br />
<br />
<i>MODA:<span style="font-family: inherit;"> </span></i><span style="font-family: inherit;">ma come mai un abito o un oggetto diventano di moda? Uno dei meccanismi in gioco è l'imitazione di persone che dettano lo stile. «E il fenomeno del "trickle down", il gocciolamento verso il basso: la moda si diffonde dalle classi più agiate a quelle inferiori» spiega Stefania Saviolo, docente di strategie delle imprese della moda all'Università Bocconi di Milano. «Le élite adottano uno stile e vengono IMITATE, finché non diventa di massa. Allora, per differenziarsi, adottano un nuovo stile. Così la moda cambia ciclicamente»[...]</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<br />
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><i>MEDIA:</i> </span><span style="background-color: white; line-height: 20.383333206176758px;"><span style="font-family: inherit;">La teoria della dipendenza, studiata da Ball Rokeach e De Fleur nel ‘76, enfatizza la natura costante e cumulativa dei media. L’assunto di base è che, nelle forme contemporanee di società, la sfera d’esperienza vissuta direttamente dall’individuo è limitata in confronto alla parte di realtà sociale che ciascuno di noi conosce attraverso la mediazione della comunicazione di massa. La teoria che i media modellino l’immagine del mondo sociale, e che questo sia più presente nelle nostre decisioni rispetto a quanto lo sia il mondo reale, porta a dire che</span></span><i style="font-family: inherit;"> </i><span style="font-family: inherit;">è in un ambito definito dalla circolazione mediatica di notizie piuttosto che rispetto al mondo con cui siamo in contatto immediato, che tutte le nostre azioni collettive, come guerre, rivoluzioni e governi nazionali, sono perseguite.</span></div>
<span style="font-family: inherit;"><i><br /></i></span>
<span style="font-family: inherit;">Sul grado di DIPENDENZA dai media, influiscono notevolmente molti fattori sociali, quali il livello socio-economico e quello culturale dell’individuo, tanto da dover definire dei sottogruppi rappresentativi di diversi tipi di dipendenze: </span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span><span style="font-family: inherit;">1. <u> dipendenza cognitiva</u>, per la comprensione sociale e di sé. Tale dipendenza si esplica nella necessità di riferirsi ai media per la conoscenza della maggior parte della realtà sociale, e fare dei media un punto di riferimento per la valutazione di sé. <b>Il pericolo che può derivare da una dipendenza cognitiva assoluta, è che il soggetto venga pilotato verso fini a lui ignoti; </b></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">2. <u>dipendenza nell’orientamento all’azione o all’interazione</u>. Tale tipo di dipendenza definisce come norma la presenza di artefatti comunicativi nella vita quotidiana, <b>tanto che questi arrivano a costituire lo sfondo, il quadro, all’interno del quale l’uomo si muove, senza farci caso;</b></span><br />
<br />
<span style="background-color: white; line-height: 20.383333206176758px;"><span style="font-family: inherit;">3. <u> dipendenza nelle attività di svago, a livello individuale e social</u>e. <b>I media </b></span></span><span style="background-color: white; line-height: 20.383333206176758px;"><span style="font-family: inherit;"><b>“forniscono ausili alla comunicazione, servono a scopi di affiliazione\evitamento, sono finalizzati all’apprendimento sociale, sono strumento per mostrare dominanza\competenza”.</b></span></span><br />
<b style="line-height: 27.200000762939453px;"><br /></b>
<span style="line-height: 27.200000762939453px;">Ora, ammesso che la verità stia sempre nel mezzo, la </span><b style="line-height: 27.200000762939453px;">vostra interpretazione </b><span style="font-family: inherit; line-height: 27.200000762939453px;"><b>critica</b> </span><span style="font-family: inherit; line-height: 27.200000762939453px;">diventa </span><span style="font-family: inherit; line-height: 27.200000762939453px;">fondamentale, </span><span style="font-family: inherit; line-height: 27.200000762939453px;">perchè sta</span><span style="font-family: inherit; line-height: 27.200000762939453px;"> a </span><span style="font-family: inherit; line-height: 27.200000762939453px;">voi stessi decidere cosa fare della vostra vita e le scelte da preferire. Avete appreso il concetto? </span><br />
<span style="font-family: inherit; line-height: 27.200000762939453px;">I media e la moda sono sistemi studiati in "laboratorio" con fini ben precisi. Devono e vogliono tramite un messaggio persuadere e ingannare per lo più. <b>In due parole devono vendere. </b>La foto del post è emblematica, la mela è mangiata (verità), ma viene dipinta e mostrata allo specchio come la mela migliore di tutte (inganno). A questo punto sarà solo la vostra capacità d'interpretare la realtà che vi riporterà a vedere la mela mangiata.</span><br />
<span style="font-family: inherit; line-height: 27.200000762939453px;">Non fatevi ingannare, N</span><span style="font-family: inherit;">ietzsche dice che "ci sono due tipi di persone, al mondo: persone che sono destinate alla grandezza, come Walt Disney e Hitler, e poi ci sono quelli come noi. Lui ci chiamava "gli scarti di fabbrica". Siamo stuzzicati, a volte ci avviciniamo alla grandezza; ma non ci arriviamo mai. Siamo le masse senza valore, siamo gli articoli "usa e getta": ci sbattono sotto i treni, ci capitano i cibi avariati, ci sparano per caso al supermercato."</span><span style="font-family: inherit; line-height: 27.200000762939453px;"> </span><br />
<span style="font-family: inherit; line-height: 27.200000762939453px;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit; line-height: 27.200000762939453px;">poi mi direte che non è così...</span><br />
<span style="font-family: inherit; line-height: 27.200000762939453px;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit; line-height: 27.200000762939453px;"><br /></span>
<br />
<br /></div>
<div style="text-align: start;">
<br /></div>
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicVlVRb1Tc8c4NWMM1Jx6rTmbF5w9O8d7WDhCxYtMlqCQuOhEKJDGXhsf7sCDDwBQn_Bfb-ALRUxq748LB2wJLhP3mTRmAZFxFk9etopx_Ge1rs2yYKkH-PHtKzXSnBXjPtGC5gYlSx0g/s1600/noche20oscura.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"></a></div>
in my opinionhttp://www.blogger.com/profile/03421164442302099635noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8428350584055068897.post-2965292732182964272012-09-24T18:51:00.001+02:002012-09-24T20:56:03.030+02:00Della Valle: "Fiat? Improvvisati ci vogliono prendere in giro. Marchionne risponda agli operai non a me"<div style="text-align: right;">
Colonna sonora consigliata per l'articolo:</div>
<div style="text-align: right;">
<a href="http://www.youtube.com/watch?v=H8Zs1xfxaq4">http://www.youtube.com/watch?v=H8Zs1xfxaq4</a><br />
<br />
<div class="wM" style="text-align: left;">
<div class="wM share" style="margin: 8px 0px 20px; text-align: right;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDPAN-Q34vqYlrCyAj6rLlbzzkVP-Eo3IeSaESxsYzNF6kAMQtUPQZFUJkEOGY58Ll46iyCLMqhpf6oGiKJ5GGPJZVA1UA6xSmik9QbzH3Na-z5jBIiBX72CKr5ATGXbnpZBK8lsSaxFE/s1600/car-logo-fiat.gif" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDPAN-Q34vqYlrCyAj6rLlbzzkVP-Eo3IeSaESxsYzNF6kAMQtUPQZFUJkEOGY58Ll46iyCLMqhpf6oGiKJ5GGPJZVA1UA6xSmik9QbzH3Na-z5jBIiBX72CKr5ATGXbnpZBK8lsSaxFE/s200/car-logo-fiat.gif" width="200" /></a></div>
<i><b>La crescita dell'Italia ripartirà soprattutto </b></i><i><b>quando i nostri imprenditori </b></i><i><b>torneranno </b></i><i><b>ad investire seriamente sul nostro Paese..</b></i><br />
<div style="text-align: left;">
<i><b><br /></b></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="text-align: left;">Ormai è guerra tra Diego
Della Valle e i vertici della Fiat. Le bordate incrociate sono frequenti
e le parole utilizzate nello scambio di cortesie tra le parti in causa
sono sempre più pesanti. "Marchionne deve dare le risposte non a Della
Valle, ma agli operai che </span><span style="text-align: right;">aspettano un posto di lavoro e</span><br />
<a name='more'></a> al governo con
cui la Fiat ha preso degli impegni". E' la replica a distanza
dell'imprenditore marchigiano all'ad. del Lingotto che lo ha apostrofato
dicendo che "rompe le scatole".</div>
</div>
<div class="ctnTxt" id="pos2">
<strong>"La mia azienda non è in crisi"</strong>-
Tra imprenditori - ha aggiunto il numero uno di Tod's al termine di un
pranzo, in un'università, con i vertici della Bocconi - ci si misura
sulla qualità dei prodotti e i suoi fanno veramente riflettere su come
intende produrre le auto in futuro". L'a.d del Lingotto, secondo Della
Valle, "farebbe meglio a sprecare il suo tempo a far vedere i modelli
che vuole vendere, la mia azienda e altre aziende invece non sono in
crisi perché continuano ad innovare i loro prodotti". Quanto
all'affermazione di Sergio Marchionne che è meglio non presentare nuovi
prodotti in tempi di crisi, secondo Della Valle "è un'offesa per tutti
gli imprenditori seri" e per questo "bisogna prendere atto che sono
state dette cose sbagliate e invece di perdere tempo in polemiche
inutili sarebbe il caso di pensare a quali macchine vendere e a come far
lavorare i dipendenti delle aziende, che non hanno nessuna colpa del
fatto che tra un po' si dovranno fermare gli impianti". Secondo Della
Valle "queste colpe le hanno invece i manager e in questo caso la
famiglia Agnelli".</div>
<div class="ctnTxt" id="pos3">
<strong>"Ci stanno prendendo in giro"</strong>
- "Bisogna stare meno a sentire questi improvvisati della Fiat che
vogliono venire a raccontarci che in Italia non conviene più fare
automobili'', ha detto Della Valle aggiungendo che "se qualcuno viene
dall’estero, tipo la Volkswagen, farà belle macchine. La crisi esiste
per chi non ha nulla da vendere". La Fiat è stata presa "con le mani
nella marmellata perché se ne voleva andare, con gli uffici stampa che
lavorano più degli uffici progettazione". Inoltre, ha continuato Della
Valle ''vogliono spiegare a noi imprenditori seri che non si può
innovare in tempo di crisi e non si possono fare nuovi prodotti, mentre
noi resistiamo solo perché innoviamo''. Per l'imprenditore marchigiano
si tratta ''di cose di una banalità tale che l'indisponenza nasce dal
fatto che ci si vuole prendere in giro con argomenti non convincenti''.</div>
<div class="ctnTxt" id="pos4">
<strong>"Presa con le mani nella marmellata" </strong>-
La Fiat è stata presa "con le mani nella marmellata perché se ne voleva
andare, con gli uffici stampa che lavorano più degli uffici
progettazione", continua Della Valle, aggiungendo che "se qualcuno viene
dall'estero, tipo la Volkswagen, farà belle macchine. La crisi esiste
per chi non ha nulla da vendere". Secondo il patron della Tod's, che ha
parlato di fronte a centinaia di studenti e, tra gli altri, al
presidente esecutivo di Telecom Italia Franco Bernabé, per evitare che
il made in Italy si trovi in maggiori difficoltà rispetto all'attuale
fase economica "dobbiamo sbrigarci, altrimenti andranno avanti solo
alcune imprese toniche, magari come acquirenti di altri gruppi stranieri
o come prede dall'estero". L'eventualità che gruppi stranieri comprino
in Italia "in un mercato aperto può succedere e comunque chi è venuto
dall'estero sta valorizzando quello che ha comprato".</div>
<div class="ctnTxt" id="pos5">
<strong>"Salotti buoni non esistono più" </strong>- "Alcuni
fanno finta di chiamarli salotti buoni, anche se non esistono più,
anche se lì dentro ci sono persone perbene che ora sono in imbarazzo a
essere definiti" componenti di questi salotti. Venire considerati
componenti di questi 'salotti' o di patti di sindacato di blocco "è
diventato imbarazzante per le persone serie", aggiunge Della Valle
rispondendo a una domanda, in realtà sulle strutture piramidali di
controllo societario, del vicedirettore del Corriere della Sera Massimo
Mucchetti durante un convegno organizzato all'università Bocconi di
Milano. Queste strutture comunque "vengono spazzate via dal mercato e
sono nella fase finale di una vita che è stata purtroppo troppo lunga".
"Ci sono esempi - conclude Della Valle - che hanno prodotto disastri
storici, tra l'altro con manager" controllati direttamente dai soci e
non indipendenti.</div>
<div class="ctnTxt" id="pos6">
<strong>"Scandaloso addio degli Agnelli all'Italia" </strong>-
"Nonostante la crisi che c'è ora qui in Italia, senza minimamente
pensare alle conseguenze sul mondo del lavoro, dei fornitori, dei
concessionari". Lo ha affermato riprendendo a parlare di Fiat al termine
di un pranzo che ha chiuso un convegno alla Bocconi. "Sono cose
veramente scandalose - ha aggiunto - e credo che gli italiani abbiano
chiaro in mente il comportamento che gli Agnelli stanno portando avanti e
credo che non siano disposti questa volta a far finta di niente".<br />
<br /></div>
<div class="ctnTxt" id="pos6">
</div>
<div class="ctnTxt" id="pos6">
<b>Fonte: </b> <a href="http://notizie.tiscali.it/articoli/cronaca/12/09/24/della-valle-contro-marchionne.html?fb_source=ticker&fb_action_ids=3737943928276&fb_action_types=og.recommends">http://notizie.tiscali.it/articoli/cronaca/12/09/24/della-valle-contro-marchionne.html?fb_source=ticker&fb_action_ids=3737943928276&fb_action_types=og.recommends</a></div>
</div>
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicVlVRb1Tc8c4NWMM1Jx6rTmbF5w9O8d7WDhCxYtMlqCQuOhEKJDGXhsf7sCDDwBQn_Bfb-ALRUxq748LB2wJLhP3mTRmAZFxFk9etopx_Ge1rs2yYKkH-PHtKzXSnBXjPtGC5gYlSx0g/s1600/noche20oscura.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"></a></div>
in my opinionhttp://www.blogger.com/profile/03421164442302099635noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8428350584055068897.post-86302139686969849922012-09-19T21:41:00.000+02:002012-09-20T15:04:58.031+02:00Noi DOBBIAMO controllare lo Stato!<div style="text-align: right;">
Colonna sonora consigliata per l'articolo:</div>
<div style="text-align: right;">
<a href="http://www.youtube.com/watch?v=EIdc0NGumVc">http://www.youtube.com/watch?v=EIdc0NGumVc</a>
<br />
<br />
<table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" style="text-align: left;"><tbody>
<tr><td class="titoloRub" colspan="2"><div style="text-align: right;">
<b><br /></b></div>
<div style="text-align: right;">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
<div style="text-align: right;">
<b><span style="font-size: large;">Questione di fiducia</span></b></div>
</div>
</div>
</div>
</td></tr>
<tr><td height="12"><div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
<img height="12" src="http://www.lastampa.it/common/images/pixel.gif" width="1" /></div>
</div>
</td></tr>
<tr><td><div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
<img height="4" src="http://www.lastampa.it/common/images/pixel.gif" /></div>
</div>
</td></tr>
<tr><td class="articologirata" colspan="2"><div style="overflow: hidden; width: 615px;">
<br />
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh29MHUW2zIG7RhK_7q7cyaDki-6iQ8TSNVM9GK8elehQdL31m_JPyDjOoaUMBELJ9u8unxxouBafXEjb-0zFHmpJrKjd8-x7bTPy79Rv_VDbR3qKwcTnmjT8aAfMj6XID2TMLpkJaNM8s/s1600/controllore.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: left;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh29MHUW2zIG7RhK_7q7cyaDki-6iQ8TSNVM9GK8elehQdL31m_JPyDjOoaUMBELJ9u8unxxouBafXEjb-0zFHmpJrKjd8-x7bTPy79Rv_VDbR3qKwcTnmjT8aAfMj6XID2TMLpkJaNM8s/s200/controllore.jpg" width="181" /></a><span style="text-align: right;">La classe dirigente al crepuscolo ha vissuto ieri un’altra delle sue surreali giornate.</span></div>
</div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
La Giunta per il regolamento della Camera ha respinto la proposta del
presidente Fini di affidare la certificazione dei bilanci dei gruppi
parlamentari a una società esterna. Perché scomodare degli estranei
quando gli onorevoli deputati possono giustificare le proprie magagne
benissimo da soli? Tanto più che la certificazione esterna li <span style="text-align: right;">obbligherebbe a garantire la </span><br />
<a name='more'></a><span style="text-align: right;">tracciabilità delle spese. Addio a contanti
e fuori busta, e instaurazione della dittatura delle ricevute e delle
carte di credito. Una scelta da Paese civile, quindi oltremodo
antipatica ma fortunatamente scongiurabile, a patto che il controllo
venga lasciato a chi ha davvero i titoli per esercitarlo: i controllati.</span></div>
</div>
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
Naturalmente non è questa motivazione prosaica ad avere impreziosito le
relazioni dei membri della Giunta. Essi hanno preferito appigliarsi alla
Costituzione, alla democrazia e alla libertà. Ma appena il frutto delle
loro cogitazioni è finito sulle agenzie di stampa è scoppiato il
pandemonio. I più lesti ad accorgersene sono stati due democristiani -
Casini dell’Udc e Franceschini del Pd - che fiutando la rabbia degli
elettori di centro e di sinistra si sono affrettati a smentire i propri
rappresentanti in Giunta, dicendo che mai e poi mai avrebbero accettato
una simile riforma consociativa e che anzi si sarebbero adoperati per
fare certificare all’esterno i bilanci dei loro gruppi parlamentari.
Nessun segnale apprezzabile è venuto invece dal Pdl, nonostante i suoi
elettori siano persino più arrabbiati degli altri. Il partito che fu di
Berlusconi ha preferito osservare l’ennesimo minuto di silenzio in morte
di se stesso.</div>
</div>
</div>
<div style="overflow: hidden; width: 615px;">
</div>
<div style="overflow: hidden; width: 615px;">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
</div>
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
</div>
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
Alla fine il nuovo strappo fra Palazzo e Paese è stato in parte
scongiurato e, fra un inciampo e un tentennamento, la Casta continua la
sua opera di redenzione fuori tempo massimo. Cavour ammoniva che le
riforme vanno fatte un attimo prima che i cittadini ne avvertano
l’esigenza. Invece l’autoriforma della politica sta avvenendo in
ritardo, a singhiozzo, e solo per il costante stimolo dell’opinione
pubblica. Appena giornali e associazioni si distraggono un attimo,
quelli ci riprovano. E quando la magistratura scoperchia gli scandali
come alla Regione Lazio, imponendo uno scatto quantomeno di dignità,
alle promesse iniziali di sfracelli seguono brodini caldi che ancora
qualche tempo fa ci sarebbero apparsi saporiti, ma adesso risultano
inesorabilmente sciapi. Se Renata Polverini avesse bloccato la
proliferazione (con relativi benefit) dei gruppi consiliari composti da
una sola persona o avesse tagliato le ventotto auto blu del garage
laziale quando tutti glielo chiedevano, avrebbe raccolto consensi. Oggi
che di auto ne toglie ventitré, i cittadini non applaudono. Semmai
guardano con dispetto alle cinque rimaste, immaginando che serviranno a
saziare i bisogni mobili del presidente del Consiglio regionale
Abbruzzese, quel tizio impermeabile alla vergogna che ha dichiarato al
nostro giornale di avere urgente necessità di due vetture sovvenzionate
dai contribuenti, una per muoversi a Roma nel corso della settimana e
l’altra per curare il collegio elettorale di Cassino durante il weekend.</div>
</div>
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
</div>
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
La sensazione è che, malgrado gli sforzi dei politici più avveduti,
all’opera anche ieri, il rapporto di fiducia fra questa classe politica e
il Paese sia saltato definitivamente. Ormai basta un equivoco o un
dettaglio sospetto - il classico capello sulla giacca che allarma la
moglie più volte tradita, dunque diffidente - perché il disgusto, la
nausea e la disistima tornino a prendere il sopravvento. Il ricambio
della nomenclatura di destra e di sinistra non è un capriccio populista,
ma la condizione perché gli italiani ricomincino a fidarsi dei loro
rappresentanti. Per tentare di restituire alla politica il prestigio
perduto non è rimasto che un modo: cambiare le persone che la fanno.</div>
</div>
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
</div>
</div>
<div style="overflow: hidden; width: 615px;">
</div>
<div style="overflow: hidden; width: 615px;">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
<a href="http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/grubrica.asp?ID_blog=41&ID_articolo=1254">http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/grubrica.asp?ID_blog=41&ID_articolo=1254</a></div>
</div>
</div>
<div style="overflow: hidden; width: 615px;">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
</div>
</div>
</td></tr>
</tbody></table>
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicVlVRb1Tc8c4NWMM1Jx6rTmbF5w9O8d7WDhCxYtMlqCQuOhEKJDGXhsf7sCDDwBQn_Bfb-ALRUxq748LB2wJLhP3mTRmAZFxFk9etopx_Ge1rs2yYKkH-PHtKzXSnBXjPtGC5gYlSx0g/s1600/noche20oscura.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"></a></div>
in my opinionhttp://www.blogger.com/profile/03421164442302099635noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8428350584055068897.post-22271585104172459232012-09-19T09:38:00.003+02:002012-09-19T09:48:15.891+02:00Voce al Voto! -10 giorni per poter votare!<div style="text-align: right;">
Colonna sonora consigliata per l'articolo:</div>
<div style="text-align: right;">
<a href="http://www.youtube.com/watch?v=KrkwgTBrW78">http://www.youtube.com/watch?v=KrkwgTBrW78</a>
<br />
<br />
<div style="text-align: center;">
</div>
<h2 class="title" style="margin: 0.5em 0px; position: relative; text-align: center; text-transform: uppercase;">
<span style="color: #cc0000; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: small;"><i>QUANTO SEI SODDISFATTO DEL TUO POSTO DI LAVORO? </i></span></h2>
<div>
<span style="color: #cc0000; font-size: small;"><i><br /></i></span></div>
<div>
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgd0RxGEl_y-pDBgFKsNmdXnuKr5bf5ydutof6SDbh0Cj1mx1z6rO4veFDnJg0zUlmGmiBBEYvYbcRl242aCC3_Dygl0Jp0yqcWIgRSBamKeenStcSdFU7OSXCD6fVlqIiW3d4A6BJ62B4/s1600/voto-urna.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgd0RxGEl_y-pDBgFKsNmdXnuKr5bf5ydutof6SDbh0Cj1mx1z6rO4veFDnJg0zUlmGmiBBEYvYbcRl242aCC3_Dygl0Jp0yqcWIgRSBamKeenStcSdFU7OSXCD6fVlqIiW3d4A6BJ62B4/s200/voto-urna.jpg" width="200" /></a><span style="color: #cc0000; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"></span><br />
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #cc0000; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><b>-10 GIORNI..</b></span></div>
</div>
<br />
<div style="text-align: left;">
</div>
<div>
<div style="text-align: left;">
Esprimi qual'è la tua reale condizione sul posto di lavoro! Lo puoi fare votando il sondaggio QUI SOPRA.Non costa nulla, solo un clic per dirci in via del tutto anonima come ti trovi nel tuo ambiente lavorativo. Per <span style="color: #666666; font-style: italic; font-weight: bold;">"<span style="font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 13px; text-transform: uppercase;">QUANTO SEI SODDISFATTO DEL TUO POSTO DI LAVORO?</span>"</span><span style="color: #cc0000; font-style: italic; font-weight: bold;"> </span>intendiamo un giudizio globale; per es. c'è professionalità nel tuo ambiente lavorativo? c'è un rapporto positivo con</div>
</div>
<div>
<div style="text-align: left;">
<a name='more'></a></div>
<br />
<div style="text-align: left;">
i colleghi oppure c'è un clima di egoismo personale? il carico di ore lavorative è sopportabile? è equamente retribuito il compenso a fine mese rispetto al lavoro svolto?</div>
<div style="text-align: left;">
<span style="text-align: right;">Fate la vostra considerazione ed esprimete il vostro voto..</span></div>
</div>
<div>
<div style="text-align: left;">
Al termine del sondaggio è prevista l'uscita dell'articolo che affronterà proprio questo delicatissimo tema anche con l'aiuto dei dati raccolti dal test.. </div>
</div>
<div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
</div>
<div>
<div style="text-align: left;">
Più siete a votare e più l'affidabilità del test aumenta. Assieme, tramite il parere di ognuno di voi riusciremo a far emergere qual'è la realtà lavorativa italiana. Ripeto, basta solo un clic, qui sopra al post.</div>
</div>
<div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
</div>
<div>
</div>
<h2 class="title" style="font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; margin: 0.5em 0px; position: relative; text-align: center; text-transform: uppercase;">
<span style="color: #cc0000; font-size: small;"> </span></h2>
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicVlVRb1Tc8c4NWMM1Jx6rTmbF5w9O8d7WDhCxYtMlqCQuOhEKJDGXhsf7sCDDwBQn_Bfb-ALRUxq748LB2wJLhP3mTRmAZFxFk9etopx_Ge1rs2yYKkH-PHtKzXSnBXjPtGC5gYlSx0g/s1600/noche20oscura.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"></a></div>
in my opinionhttp://www.blogger.com/profile/03421164442302099635noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8428350584055068897.post-33682385976353625712012-09-17T22:23:00.001+02:002012-09-18T08:49:32.233+02:00La crisi del nostro modello di democrazia<div style="text-align: right;">
Colonna sonora consigliata per l'articolo:</div>
<div style="text-align: right;">
<a href="http://www.youtube.com/watch?v=JhJ2Zaj2XNs">http://www.youtube.com/watch?v=JhJ2Zaj2XNs</a><br />
<br />
<br />
<i><b>"La partecipazione alla vita civile come fonte di felicità"</b></i><br />
<div align="JUSTIFY" class="western" style="margin-top: 0cm; text-indent: 0.64cm;">
<br />
<div style="text-align: right;">
<b style="text-align: right; text-indent: 0.64cm;"></b><br />
<div style="text-align: left;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgghYVLRNDkCDIg3v_3NMGma4gNfUNpd4sEpRc53Zl5Mf8X4AM6DS8JVHMjqW_KDerWgDEMA71JfyS0lkGlk7FY5eoEKbwUDvOz-NyIKLWQOJORHo2ieaZrFD6Y2WNQXoJ6Bp_eEfV3M2s/s1600/i-fattori-di-crisi-dello-stato-democratico-L-h5_Pj1.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: left;"><img border="0" height="137" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgghYVLRNDkCDIg3v_3NMGma4gNfUNpd4sEpRc53Zl5Mf8X4AM6DS8JVHMjqW_KDerWgDEMA71JfyS0lkGlk7FY5eoEKbwUDvOz-NyIKLWQOJORHo2ieaZrFD6Y2WNQXoJ6Bp_eEfV3M2s/s200/i-fattori-di-crisi-dello-stato-democratico-L-h5_Pj1.jpeg" width="200" /></a><b style="text-align: right; text-indent: 0.64cm;"><b style="text-indent: 0.64cm;">4.1. La crisi del modello elitistico competitivo di democrazia</b></b></div>
</div>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 140%; margin-bottom: 0cm;">
Di
grande rilievo sono gli studi che legano la felicità delle persone
al grado di partecipazione alla vita civile. Questi studi si sono
resi necessari nel corso del tempo perché il modello elitistico
competitivo di democrazia che<br />
<a name='more'></a>non è più in grado di soddisfare le
esigenze di società avanzate come le <span style="line-height: 140%; text-align: right;">nostre. È a Schumpeter che si
deve l’elaborazione più specifica del modello, infatti nel 1942
con la pubblicazione dell’opera “Capitalismo, socialismo e
democrazia” ispirandosi anche ai concetti weberiani, indica le
caratteristiche essenziali della democrazia, ossia: è un metodo di
selezione di un’élite che è capace di prendere le decisioni
necessarie in determinate circostanze; questo metodo ostacola gli
eccessi di potere della leadership politica attraverso la
competizione tra i partiti politici; un’ulteriore caratteristica è
che questo modello di democrazia deve perseguire la crescita e il
progresso della società. L’idea di base del modello è che le
imprese gestiscono i mercati, i governi regolano le imprese e
l’amministrazione pubblica e il governo controlla la burocrazia.
Possiamo dedurre che alla sfera politica è affidato il compito di
tracciare le linee generali della società. Il modello elitistico
competitivo che stiamo esaminando ha conseguito grandi risultati nel
corso del dopoguerra, ma oggi è diventato obsoleto, perché la
democrazia non deve solo consistere nei meccanismi della
rappresentanza o nella possibilità di tutelare gli interessi, ma
anche riconoscere le condizioni che permettono alle persone e ai
gruppi di riconoscersi e di essere riconosciuti nelle loro differenze
ed identità. In questo modo si possono affrontare quei dilemmi che
altrimenti rimarrebbero sempre taciuti e neutralizzate dentro le
procedure dei sistemi politici.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 140%; margin-bottom: 0cm;">
Occorre
anche aggiungere che oggi non vi è più la coincidenza fra
democrazia e istituzioni democratiche. Infatti si considerava sistema
democratico quel sistema politico nel quale fossero assicurate libere
elezioni, fosse garantita la divisione dei poteri, ecc.. A livello
internazionale si faceva ricorso al trattato quale strumento di
regolazione delle controversie internazionali, anche se il trattato
rinvia a livello nazionale. La coincidenza tra democrazia e
istituzioni democratiche è venuta meno per l’avvento della
globalizzazione, perché quando vi era coincidenza bastava che le
istituzioni democratiche di un paese funzionassero bene affinché si
potesse dire che la democrazia pure fosse attuata in quel paese. Oggi
invece vi sono soggetti che producono norme vincolanti erga omnes, ma
non hanno territorio, quindi non sono retti da istituzioni
democratiche. Possiamo comprendere quindi che lo Stato nazionale non
è più l’unico produttore di norme giuridiche, esattamente vi sono
ad esempio imprese transnazionali che hanno costruito la nuova lex
mercatoria oppure anche delle ONG che hanno raggiunto un’influenza
molto più forte di alcuni Stati nazionali.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 140%; margin-bottom: 0cm;">
Infine
il modello elitistico competitivo è entrato in crisi perché è in
grado di risolvere i conflitti di interesse, ma non i conflitti di
identità. Infatti il conflitto di interesse si riesce a risolvere
perché nel modello elitistico competitivo si vede il gioco politico
sotto la specie del contratto. Mentre nelle nostre società crescono
le richieste dei cittadini che non hanno come oggetto principale le
variabili economiche, dove è in gioco la dimensione spirituale della
persona. Un esempio dei giorni nostri è il conflitto d’identità
religiosa, molto accentuato anche dall’arrivo degli immigrati da
paesi più poveri, i quali avendo una religione diversa da quella
dominante nel nostro Paese, questi reclamano il riconoscimento a
livello pubblico della propria identità, perché l’estensione a
tutti dei diritti (imparzialità, neutralità, libertà personale,
ecc..) non genera di per se l’accesso pieno alla cittadinanza se
alcuni soggetti non hanno la capacità effettiva di godere di quei
diritti per via della loro identità culturale.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 140%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<ol><ol start="2">
<li><div align="JUSTIFY" class="western" style="margin-top: 0cm;">
<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=8428350584055068897" name="_Toc260404211"></a>
<b>La democrazia deliberativa</b></div>
</li>
</ol>
</ol>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 140%; margin-bottom: 0cm;">
In
presenza di problemi identitari il modello di democrazia elitistico
competitivo non funziona più, ma occorre un modello di democrazia
più articolato, ossia la democrazia deliberativa che è legata ai
nomi di D. Held, J. Fishkin, F. Viola e il contributo fondativo di J.
Habermas. Con questo metodo infatti vince la parte che è in grado di
offrire le ragioni più convenienti a proprio sostegno. Occorre
precisare che mentre negoziare e argomentare sono metodi
comunicativi, votare non lo è. Inoltre la votazione e la
negoziazione consentono di giungere alla decisione collettiva per via
aggregativa; mentre con la deliberazione si giunge alla decisione per
via argomentativa dove vince la ragione con più senso normativo.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 140%; margin-bottom: 0cm;">
I
caratteri essenziali di una deliberazione sono i seguenti: la
deliberazione riguarda le cose che sono in nostro potere; è
incompatibile con lo scetticismo morale, in quanto viene utilizzata
per cercare la verità pratica; la deliberazione postula la
possibilità di mutare le proprie preferenze e opinioni in base alle
ragioni enunciate dall’altra parte, quindi è incompatibile col
metodo deliberativo chi in base alla propria ideologia si dichiara
refrattario alle ragioni degli altri. Il politologo americano Fishkin
intende favorire il modello di democrazia deliberativa agendo
sull’uguaglianza dei partecipanti al processo deliberativo per
quanto riguarda l’accesso alle informazioni attraverso il
“sondaggio competente”, il quale non si propone solamente di
migliorare la qualità della discussione pubblica ponendo a
disposizione delle persone scelte esperti capaci di fornire
informazioni adeguate sulle opzioni in gioco, ma anche e soprattutto
rafforzare la vita democratica facendo discutere tra loro le persone
sotto la guida di moderatori neutrali. Questa proposta di Fishkin è
un efficace strumento per creare capitale sociale mediante
l’esercizio di attività relazionali.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 140%; margin-bottom: 0cm;">
Anche
se vi sono numerosi nodi ancora da sciogliere per far sì che la
democrazia deliberativa sia una valida alternativa al modello di
democrazia esistente, possiamo affermare che il modello di democrazia
deliberativa è l’unica che riesce ad affermare le ragioni del
civile perché riesce a pensare alla politica non come attività
basata sul compromesso e la corruzione da cui sempre viene
accompagnato, ma sulla persuasione e quindi sul consenso, il quale è
ottenuto secondo tecniche di argomentazione razionale attorno ad
interessi comuni, non legati ad interessi privati.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 140%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<ol><ol start="2">
<li><div align="JUSTIFY" class="western">
<b><a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=8428350584055068897" name="_Toc260404212"></a>Come
gli strumenti di democrazia deliberativa influenzano la felicità</b></div>
</li>
</ol>
</ol>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Dopo
aver illustrato le principali caratteristiche del modello di
democrazia deliberativa, ora analizziamo come il referendum e il
federalismo influenzano la felicità.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<ol><ol start="2"><ol>
<li><div align="JUSTIFY" class="western">
<b><a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=8428350584055068897" name="_Toc260404213"></a>Referendum</b></div>
</li>
</ol>
</ol>
</ol>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="line-height: 150%; text-align: right;">È un
importante strumento che consente ai cittadini di partecipare
direttamente alla vita politica e ciò costituisce un importante
aspetto di democrazia. I referendum sono previsti dalle costituzioni
di molti Paesi, il problema è che vengono indetti quando il governo
non sa che decisione prendere in merito a una determinata materia
oppure in molti casi è relegato a questioni locali di scarso
rilievo, mentre le questioni importanti vengono riservate ai
politici. Infatti, negli Stati Uniti vengono indetti molti referendum
a livello locale, ma la costituzione non li prevede a livello
nazionale. L’unico Paese un cui è consentito ai cittadini di
partecipare direttamente sulle questioni del Paese a tutti i livelli
di governo è la Svizzera. L’evidenza empirica afferma chiaramente
che i referendum sono veramente in grado di rompere la coalizione
creata dai politici che hanno fatto approvare norme costituzionali.
Infatti in Svizzera è stata sottoposta a referendum la questione se
aderire o meno all’Unione Europea ed entrare nello Spazio Economico
Europeo le quali ricevettero supporto dalla classe politica, ma
furono rigettati dagli elettori.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
I
Paesi che adottano il modello di democrazia deliberativa hanno
riscontrato i seguenti effetti sugli aspetti della loro vita sociale
(dove gli effetti sono stati stimati con studi econometrici negli
Stati Uniti): le spese e le entrate del governo sono più basse; il
debito procapite è molto inferiore in presenza di un referendum che
chiede la maggioranza qualificata; il prezzo dei terreni è più
elevato perché la gente è felice di abitare e lavorare in tali
aree; la spesa pubblica per l’istruzione è più elevata.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Invece
da studi econometrici condotti in Svizzera, che è uno Stato con
un’ampia partecipazione diretta a tutti i livelli di governo e in
merito a tutte le questioni, è stato riscontrato che: i comuni
svizzeri più democratici sono quelli in cui gli esiti sono vicini
alle preferenze degli elettori; la crescita della spesa pubblica è
determinata fortemente dalla disponibilità a pagare degli elettori,
che non dagli interessi personali dei politici e burocrati; più le
istituzioni democratiche sono dirette, meno l’offerta pubblica è
costosa; la <i>moral tax </i>funziona meglio nelle democrazie
deliberative; i redditi procapite sono più elevati nei cantoni che
assicurano ai cittadini la possibilità di maggiore partecipazione
diretta piuttosto che in cantoni che hanno forme meno sviluppate di
partecipazione diretta.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Da
queste considerazioni si denota in modo evidente che, in un sistema
sociale che prevede referendum, le deviazioni dalle preferenze dei
cittadini sono significativamente più ridotte, rispetto a un sistema
sociale che si basa su un modello democratico elitistico competitivo.<br />
<br /></div>
<ol><ol start="2"><ol start="2">
<li><div align="JUSTIFY" class="western">
<b><a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=8428350584055068897" name="_Toc260404214"></a>Federalismo</b></div>
</li>
</ol>
</ol>
</ol>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 140%; margin-bottom: 0cm;">
Il
federalismo è uno strumento alternativo che garantisce una
soddisfazione più completa delle preferenze degli elettori, perché
gli individui tendono ad allontanarsi dalle giurisdizioni deludenti
mentre sono attratti da quelle che prendono a cuore le preferenze
della popolazione a basso costo. Infatti, come affermano Tiebout
(1956), ma anche Buchanan (1965) e Hirschmann il federalismo porta a
indebolire le coalizioni dei politici. Inoltre il federalismo
realizza piuttosto un prerequisito necessario affinché possano
essere indetti referendum, piuttosto che essere una loro alternativa.
Infatti i referendum indetti a livello comunale e regionale aiutano i
cittadini a valutare quali questioni politiche devono essere decise a
livello federale e rendono i referendum un istituto più adeguato per
indebolire le coalizioni dei politici contro gli elettori.</div>
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicVlVRb1Tc8c4NWMM1Jx6rTmbF5w9O8d7WDhCxYtMlqCQuOhEKJDGXhsf7sCDDwBQn_Bfb-ALRUxq748LB2wJLhP3mTRmAZFxFk9etopx_Ge1rs2yYKkH-PHtKzXSnBXjPtGC5gYlSx0g/s1600/noche20oscura.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"></a></div>
in my opinionhttp://www.blogger.com/profile/03421164442302099635noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8428350584055068897.post-63439780893561843762012-09-16T22:08:00.001+02:002012-09-16T22:15:48.885+02:00Chi generò la crisi è ora più potente di prima. Ecco il perchè la democrazia è diventata INSIGNIFICANTE.<div style="text-align: right;">
Colonna sonora consigliata per l'articolo:</div>
<div style="text-align: right;">
<a href="http://www.youtube.com/watch?v=952oZJPAYMw">http://www.youtube.com/watch?v=952oZJPAYMw</a>
<br />
<br />
<br />
<div style="text-align: left;">
</div>
<div style="background-color: white; border: 0px; font-family: Georgia; font-size: 14px; line-height: 22px; margin-bottom: 14px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<br />
<div style="text-align: left;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgiHc0FUfvua561tIYZDRkM88zgG3u60j1r7mgfaycY_HgApMAhskiEErrAozckMV0zxmp2W1HeCS1R9gJ3E3FBvsbldC5UaO8qjiyMqmkI1UvM_N73_Va52-UWLye-GLUmkCHjOhL_gsI/s1600/1000w.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: left;"><img border="0" height="141" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgiHc0FUfvua561tIYZDRkM88zgG3u60j1r7mgfaycY_HgApMAhskiEErrAozckMV0zxmp2W1HeCS1R9gJ3E3FBvsbldC5UaO8qjiyMqmkI1UvM_N73_Va52-UWLye-GLUmkCHjOhL_gsI/s200/1000w.jpg" width="200" /></a><span style="background-color: white;">I (più o meno) amabili interlocutori di questo blog mi rimproverano sovente di fare analisi senza mai indicare terapie. Ribadisco che questo è l’intento perseguito: recuperare l’antica pratica del </span><strong style="background-color: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">confronto critico</strong><span style="background-color: white;"> in un discorso pubblico ormai fasullo e sostanzialmente mistificatorio per le troppe ricette precotte che </span><span style="background-color: transparent;">vi vengono spacciate. Imbonitorie prima</span><br />
<a name='more'></a><span style="background-color: transparent;"> ancora che </span><span style="background-color: white;">consolatorie. Nella convinzione che se l’imperativo di un tempo era quello di “cambiare il mondo”, oggi – per farlo – occorre “interpretare in modo diverso”.</span></div>
</div>
<div style="background-color: white; border: 0px; font-family: Georgia; font-size: 14px; line-height: 22px; margin-bottom: 14px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<div style="text-align: left;">
Ciò detto, vorrei provare – per una volta – a essere propositivo nel senso corrente (banale) del termine, dichiarando quella che dal mio punto di vista è la priorità assoluta; la <strong style="background-color: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">contraddizione politica</strong> in cui ci stiamo dibattendo da troppo tempo: il fatto che la protesta indignata non si dimostra più in grado di cambiare il mondo.</div>
</div>
<div style="background-color: white; border: 0px; font-family: Georgia; font-size: 14px; line-height: 22px; margin-bottom: 14px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<div style="text-align: left;">
Questa è la situazione, evidenziata dalla cronaca recente: in centinaia e centinaia di città del pianeta si è manifestato duramente – dagli Indignados a Occupy Wall Street – contro il generale impoverimento (a fronte dei macroscopici arricchimenti di un manipolo di accaparratori) a seguito dalle malefatte della<strong style="background-color: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"> finanza di rapina</strong>, culminate nella ben nota catastrofe del 2008. Eppure l’unica via di ipotetica salvezza individuata dagli Stati è stata quella di dare ulteriore forza proprio ai responsabili di tale catastrofe. Che oggi sono <strong style="background-color: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">ancora più potenti di prima</strong>.</div>
</div>
<div style="background-color: white; border: 0px; font-family: Georgia; font-size: 14px; line-height: 22px; margin-bottom: 14px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<div style="text-align: left;">
Morale: se la democrazia è lo strumento che pareggia il potere dei pochi privilegiati con il numero dei tanti senza-potere, ormai siamo all’azzeramento della sua stessa essenza. Tragico, ma così è.</div>
</div>
<div style="background-color: white; border: 0px; font-family: Georgia; font-size: 14px; line-height: 22px; margin-bottom: 14px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<div style="text-align: left;">
Come siamo giunti a tanto? Presto detto: in quanto la protesta democratica non riesce più a raggiungere e “toccare” i punti sensibili del Potere. Sicché <strong style="background-color: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">finisce per risultare marginale</strong>. Dunque insignificante e folcloristica.</div>
</div>
<div style="background-color: white; border: 0px; font-family: Georgia; font-size: 14px; line-height: 22px; margin-bottom: 14px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<div style="text-align: left;">
Così non era per le lotte del lavoro del passato, che si svolgevano nel cuore dei processi riproduttivi della ricchezza nella fase industriale del capitalismo. Tanto che la minaccia di bloccare le produzioni attraverso l’arma dello sciopero spingeva a più miti consigli la controparte e influenzava i partiti, soprattutto quelli di sinistra.</div>
</div>
<div style="background-color: white; border: 0px; font-family: Georgia; font-size: 14px; line-height: 22px; margin-bottom: 14px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<div style="text-align: left;">
Oggi, come la finanza non ha più bisogno delle persone, così anche la politica ha creato meccanismi che le rendono possibile <strong style="background-color: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">fare a meno del consenso</strong>. Diminuiscono i votanti? Niente paura: ci si spartiscono i posti negli organigrammi pubblici sulla base dei voti residuali, nella totale indifferenza del cosa stia a significare il non-voto.</div>
</div>
<div style="background-color: white; border: 0px; font-family: Georgia; font-size: 14px; line-height: 22px; margin-bottom: 14px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<div style="text-align: left;">
Il mio amico <span style="background-color: transparent; border-bottom-style: dotted; border-bottom-width: 1px;">Giulietto Chiesa</span> si interroga sul problema a livello globale.</div>
</div>
<div style="background-color: white; border: 0px; font-family: Georgia; font-size: 14px; line-height: 22px; margin-bottom: 14px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<div style="text-align: left;">
Io mi domando il da farsi a casa nostra. Dandomi la risposta che occorre portare l’attacco <strong style="background-color: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">nel cuore della spartizione del potere</strong> terrorizzando la corporazione dei politicanti con l’unica minaccia che davvero temono: portargli via posti e poltrone. Favorendo il successo dell’Altrapolitica.</div>
<div style="text-align: left;">
Per questo, nonostante la meno che minima considerazione dei loro massimi portabandiera, guardo con interessa alla funzione utilmente sovversiva del ruolo che possono svolgere organizzazioni come l’attuale <strong style="background-color: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Idv</strong> o il<strong style="background-color: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"> M5S</strong>.</div>
</div>
<div style="background-color: white; border: 0px; font-family: Georgia; font-size: 14px; line-height: 22px; margin-bottom: 14px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<div style="text-align: left;">
Attendendomi da loro solo che operino da grimaldello che schiude porte; non certo che siano in grado di realizzare quei progetti praticabili di cui sono sprovvisti o di selezionare classi dirigenti migliori. Una semplice funzione di rottura che ha come unico obiettivo <strong style="background-color: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">costringere la politica a fare i conti con la protesta</strong>. E magari imporre la rigenerazione a quel segmento del ceto politico che a parole e per tradizione dichiarerebbe di stare dalla parte dei senza-potere.</div>
</div>
<div style="background-color: white; border: 0px; font-family: Georgia; font-size: 14px; line-height: 22px; margin-bottom: 14px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<div style="text-align: left;">
Questo il motivo per cui ritengo opportuno, in assenza di alternative più credibili, puntare su i Grillo e i Di Pietro. Come si diceva un tempo, “turandosi il naso”.</div>
</div>
<div style="background-color: white; border: 0px; font-family: Georgia; font-size: 14px; line-height: 22px; margin-bottom: 14px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<div style="text-align: left;">
Ma con una profonda differenza, rispetto alla celebre formula montanelliana: se lo spirito di allora era puro cinismo da gente d’ordine, la sua applicazione odierna discende da un bisogno insopprimibile di <strong style="background-color: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">riaprire i giochi</strong> per un nuovo inizio.</div>
</div>
<div style="background-color: white; border: 0px; font-family: Georgia; font-size: 14px; line-height: 22px; margin-bottom: 14px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<div style="text-align: left;">
Inizio che ancora una volta abbisogna di analisi. Visto che per ora l’Altrapolitica, nelle sue versioni più nobili, è soltanto un appello etico.</div>
</div>
<div style="background-color: white; border: 0px; font-family: Georgia; font-size: 14px; line-height: 22px; margin-bottom: 14px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<div style="text-align: left;">
<span style="background-color: white;">Fonte: </span><a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09/16/grillo-e-di-pietro-turandosi-naso/349726/" style="background-color: transparent;">http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09/16/grillo-e-di-pietro-turandosi-naso/349726/</a><br />
<br />
Sono aperte le vostre considerazioni al riguardo..
</div>
</div>
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicVlVRb1Tc8c4NWMM1Jx6rTmbF5w9O8d7WDhCxYtMlqCQuOhEKJDGXhsf7sCDDwBQn_Bfb-ALRUxq748LB2wJLhP3mTRmAZFxFk9etopx_Ge1rs2yYKkH-PHtKzXSnBXjPtGC5gYlSx0g/s1600/noche20oscura.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"></a></div>
in my opinionhttp://www.blogger.com/profile/03421164442302099635noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8428350584055068897.post-64050434611142096422012-09-10T22:45:00.001+02:002012-09-11T07:07:51.085+02:00La crisi come corsa alla felicità: quarta puntata<div style="text-align: right;">
Colonna sonora consigliata per l'articolo:</div>
<div style="text-align: right;">
<a href="http://www.youtube.com/watch?v=0vqgdSsfqPs&feature=relmfu">http://www.youtube.com/watch?v=0vqgdSsfqPs&feature=relmfu</a><br />
<br />
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 130%; margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLQpf4eqO-ZeZSiFPo6nY3uPlhoAMPckBVOPbCWHn-ve8qoMHmmBCYEfRhs8U6clhzgrVeR4LoZlSduRndqgXoYMnUs_JIquyJMBHhyphenhyphenchEZaz5xzlrVlD2nCYLHdt4MaO6mX_hMvrs-vI/s1600/Illusione01b.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; display: inline !important; float: left; line-height: 130%; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="149" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLQpf4eqO-ZeZSiFPo6nY3uPlhoAMPckBVOPbCWHn-ve8qoMHmmBCYEfRhs8U6clhzgrVeR4LoZlSduRndqgXoYMnUs_JIquyJMBHhyphenhyphenchEZaz5xzlrVlD2nCYLHdt4MaO6mX_hMvrs-vI/s200/Illusione01b.jpg" width="200" /></a><br />
<h2 class="western" style="line-height: normal; text-align: right; text-indent: 1.25cm;">
<span style="text-indent: 1.25cm;"><span style="font-family: inherit; font-size: small;">3.6. Bartolini: </span></span><span style="font-family: inherit; font-size: small; text-indent: 1.25cm;">la crisi come corsa alla felicità.</span></h2>
Perché
le famiglie americane si erano tanto indebitate fino a raggiungere
un’esposizione notevolmente superiore al PIL? Avevano
un’irrefrenabile urgenza di consumare sempre di più. Come afferma
Robert Reich, ex Ministro del Lavoro, la classe media è andata in
<br />
<a name='more'></a>profondo rosso a mano a mano che gli uomini non potevano più
inserire ore di lavoro nelle loro giornate e il numero delle madri
lavoratrici era <span style="line-height: 130%; text-align: right;"> raddoppiato, in questo modo vi è stata una relazione
significativa tra debito e stagnazione salariale. Bartolini, nella
sua opera intitolata “Manifesto sulla felicità” (2010) afferma
che la felicità degli americani tende a diminuire nonostante la
maggior ricchezza, quelli che si sentono molto felici sono passati
dal 38% del 1972 al 34% del 2006, mentre il PIL pro capite è
raddoppiato; inoltre sono aumentati i suicidi, l’utilizzo di
psicofarmaci, gli stati depressivi e le malattie mentali. L’ipotesi
è che lo sviluppo forsennato di consumi privati serva a
controbilanciare il venir meno dei beni relazionali, in questo modo
si verifica il degrado di questi beni che sono gratuiti e comuni. Ma
il venire meno di questi beni contribuisce alla crescita economica in
una spirale perversa. Ad esempio se non abbiamo tempo e ne voglia o
capacità di coltivare amicizie, per passare il tempo acquisteremo
tutti i prodotti dell’intrattenimento domestico e solitario. Si
verifica una trasformazione degli stili di vita che richiedono più
denaro. Purtroppo arricchirsi di beni non soddisfa il cittadino tipo
se le sue persone di riferimento sono più fortunate, il quale corre
su un tapis roulant: guadagna denaro, ma perde relazioni umane, vive
in un ambiente inquinato, ha meno fiducia nelle istituzioni ed è
tormentato da invidia sociale. Per compensare la mancanza di onestà,
solidarietà e della famiglia, il cittadino tipo dovrebbe guadagnare
67 mila dollari in più e se privo di relazioni dovrebbe averne 320
mila dollari in più. Da tutto ciò si evince che gli individui hanno
dovuto integrare il proprio reddito da lavoro con la carta di credito
per inseguire consumi infelici e ciò ha portato a una crescita
negativa dell’economia.</span></div>
<b style="font-family: inherit;"></b><br />
<ol><b style="font-family: inherit;">
<li style="text-align: left;"><b style="font-family: inherit;">Beni
posizionali e beni relazionali</b></li>
</b></ol>
<b style="font-family: inherit;">
</b>
<br />
<ol>
</ol>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 140%; margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 140%; margin-bottom: 0cm;">
Prima
di spiegare le teorie economiche sulla felicità che hanno per
oggetto questo tipo di beni, occorre prima enunciare entrambe le
definizioni.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 140%; margin-bottom: 0cm;">
<b>Per
beni posizionali intendiamo quel sottoinsieme di beni privati che
hanno un vincolo di scarsità sociale, non un vincolo di natura
fisico materiale: la scarsità posizionale è inerente alla natura
sociale delle interazioni economiche</b><a class="sdfootnoteanc" href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=8428350584055068897#sdfootnote1sym" name="sdfootnote1anc"><sup>1</sup></a><b>.</b>
Questi beni sono molto importanti all’interno delle economie
avanzate e comporta che la domanda di posizionalità non può essere
soddisfatta da una crescita nel livello assoluto di ricchezza della
società. Se i soggetti sono guidati da un orientamento di tipo
posizionalistico l’utilità soggettiva deriva non dai valori
assoluti, ma dai valori relativi, ossia dalla posizione relativa
valutata rispetto ad uno specifico gruppo sociale di riferimento. Ci
sono certi beni che non vengono scelti perché sono dotati di
particolari caratteristiche intrinseche, ma solo per la loro capacità
di servire da certificatori di status socio economico che molto
spesso è correlata positivamente ai prezzi di mercato di questi
beni; ossia la collettività attribuisce a questi beni un significato
simbolico che è associato dalle norme sociali vigenti.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 140%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<h2 align="JUSTIFY" class="western" style="text-indent: 1.25cm;">
<span style="font-size: small;"><a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=8428350584055068897" name="_Toc260404203"></a>
3.1 Effetto di Veblen</span></h2>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 140%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 140%; margin-bottom: 0cm;">
La
diffusione di <b>beni posizionali</b> riguarda soprattutto il ruolo
svolto dai meccanismi di influenza sociale sulle motivazioni dei
singoli individui, come nel caso dell’effetto di Veblen: è un
meccanismo sociale per mezzo del quale l’attività di consumo da
parte di un soggetto ha finalità essenzialmente dimostrative con lo
scopo di certificare lo status socio-economico dell’individuo.
Anche Hirsch nel 1976 aveva compreso che la crescita economica nelle
economie avanzate comporta un aumento di domanda posizionale.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 140%; margin-bottom: 0cm;">
Già
durante l’Illuminismo Hume e Smith hanno affermato che il lusso
anche se a livello individuale è basato sull’inganno è una molla
essenziale per lo sviluppo della ricchezza delle nazioni. Come
afferma Mandeville nella sua famosissima “Favola delle api”, una
società viziosa come l’alveare che alimenta i lussi anziché
contrastarli, produce ricchezza e benessere, mentre le virtù portano
alla rovina economica. Genovesi, che è contemporaneo di Smith,
afferma che il consumo posizionale non è un fenomeno nuovo perché
lo si trova anche nei selvaggi e questo istinto verso la distinzione
sociale deve essere attivato da qualche occasione naturale o civile,
così se questo istinto viene attivato da queste occasioni si ha la
forza (Ercole), l’astuzia (Ulisse), l’ingegno (Archimede).
Genovesi afferma anche che “sono quasi le sole cose per le quali si
distinguono i repubblicani in tempo di rozzezza”<a class="sdfootnoteanc" href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=8428350584055068897#sdfootnote2sym" name="sdfootnote2anc"><sup>2</sup></a>.
Le cose cambiano quando abbiamo a che fare con la vita urbana, dove
il principale mezzo per distinguersi è rappresentato dal lusso, dove
questo fenomeno è strettamente legato alla vita civile e per questo
attecchisce benissimo nelle città. Il discorso è un po’
differente per i beni pseudo-posizionali sui quali ci concentriamo
prendendo come riferimento le economie avanzate.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 140%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<ol><ol start="2">
<li><h2 class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=8428350584055068897" name="_Toc260404204"></a>Beni
Pseudo-posizionali</span></h2>
</li>
</ol>
</ol>
<div style="line-height: 140%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: left;">
<span style="line-height: 140%; text-align: right;">Prima
di spiegare cosa sono i </span><b style="line-height: 140%; text-align: right;">beni pseudo-relazionali</b><span style="line-height: 140%; text-align: right;"> occorre
precisare che l’economia comportamentale evidenzia che i soggetti
sono spesso afflitti da limiti cognitivi di varia natura che li
rendono incapaci di prevedere in modo sufficientemente preciso i
propri livelli di utilità futura. Però queste considerazioni non
sono solo relative al lato della domanda, ma il ragionamento si
incentra sul lato dell’offerta soprattutto in una logica
profit-oriented, perché vi è la tendenza da parte di un numero
molto grande di soggetti for profit ad estendere la platea dei
potenziali fruitori dei beni con valenza posizionale che essi
producono. Infatti questi soggetti hanno colto la natura prettamente
simbolica di numerosi bisogni post-materialistici, così i soggetti
for profit tentano lucidamente non solo di intercettarli, ma anche
alimentarli, accrescendone la diffusione sociale. Possiamo quindi
affermare che i beni pseudo-posizionali sono beni di largo consumo
che costituiscono solo apparentemente un veicolo di posizionalità,
perché la posizione relativa che questi promettono si rivela
inevitabilmente effimera proprio alla luce della natura diffusa di
tale modalità di consumo. Il consumo di questi beni determina
l’impossibilità di poter conferire benefici esclusivi nella misura
in cui la platea dei beneficiari arriva a coincidere con l’intero
universo dei consumatori. In questo modo viene azzerato il valore
simbolico che li rende appetibili agli occhi dei consumatori guidati
da preferenze di tipo posizionalistico: la loro diffusione su larga
scala riduce il grado di scarsità sociale degli stessi. Infatti il
loro “punto forte” è la capacità di produrre simultaneamente
</span><i style="line-height: 140%; text-align: right;">identificazione</i><span style="line-height: 140%; text-align: right;"> tra il soggetto che ne fruisce ed il proprio
gruppo di riferimento e </span><i style="line-height: 140%; text-align: right;">differenziazione </i><span style="line-height: 140%; text-align: right;">rispetto al resto
della società nel suo complesso. Questi beni creano uno status
fittizio, in quanto soddisfano il desiderio di posizionalità con
beni che, come ricorda Scitovski, producono subito noia e
frustrazione.</span></div>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 140%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<ol><ol start="2">
<li><h2 align="JUSTIFY" class="western">
<span style="font-size: small;"><a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=8428350584055068897" name="_Toc260404205"></a>Beni
Relazionali</span></h2>
</li>
</ol>
</ol>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 140%; margin-bottom: 0cm;">
Dopo
aver spiegato cosa sono i <b>beni relazionali</b>, ci soffermiamo
sulla categoria di beni relazionali la quale è stata introdotta
nella seconda metà degli anni ottanta da quattro autori: Martha
Nussbaum, Pierpaolo Donati, Benedetto Gui, Carole Uhlaner. Benedetto
Gui e Carole Uhlaner, per beni relazionali intendono quelle
dimensioni delle relazioni che non possono essere ne prodotte ne
consumate da un solo individuo, perché dipendono in maniera decisiva
dalla natura delle interazioni con gli altri. Donati invece, lo
intende come un bene che può essere prodotto e fruito soltanto
insieme a coloro i quali ne sono gli stessi produttori e fruitori,
tramite le relazioni che connettono i soggetti coinvolti. Anche se la
contribuzione alla produzione del bene può essere asimmetrica,
nell’atto del consumo del bene relazionale, il free riding non è
possibile perché il bene relazionale per essere goduto richiede che
ci si lasci coinvolgere in questa relazione. La teoria economica
tende a vedere i beni relazionali come una realtà distinta dall’atto
di consumo e produzione, infatti mira a separare il bene relazionale
dalla relazione stessa come afferma Gui. Egli stesso propone di
analizzare un incontro tra un venditore e un potenziale acquirente,
dove oltre ai tradizionali outcome, come ad esempio la fornitura di
un servizio, vengono prodotti altri output di natura intangibile
quali i beni relazionali. Di conseguenza per Gui e Uhlaner i beni
relazionali non coincidono con la relazione stessa: l’amicizia non
si rappresenta in quanto tale come un bene relazionale, ma come
un’interazione ripetuta, una serie di incontri e di stati affettivi
di cui il bene relazionale è solo una componente. Martha Nussbaum
invece vede nell’amicizia nell’amore reciproco e nell’impegno
civile tre tipici beni relazionali, nei quali è la relazione a
costituire il bene: infatti essi nascono e muoiono con la relazione
stessa. In tutte le definizioni di beni relazionali, la dimensione
della <i>reciprocità</i> svolge un ruolo essenziale, siccome come
abbiamo notato sono beni dipendenti dalla natura e qualità delle
relazioni interpersonali: l’attività vicendevole e il sentimento
reciproco e la mutua consapevolezza sono una parte tanto profonda
dell’amore e dell’amicizia che Aristotele non è disposto ad
ammettere che una volta tolte le attività condivise e le forme di
comunicazione resti qualcosa degno del nome di amore o di amicizia.
Molto importante è la <i>motivazione</i> che muove l’altro e come
dichiarava Aristotele, l’amicizia più alta non può essere mai
strumentale perché è una virtù. In seguito Martha Nussbaum
sostenne che, per le caratteristiche sopraelencate, i beni
relazionali sono fragili e vulnerabili perché sono legati alla non
controllabilità da parte del singolo agente. Infatti questi beni
dipendono anche dalla libertà di coloro con i quali interagiamo.
Un’ulteriore caratteristica del bene relazionale è la <i>gratuità</i>
nel senso che il bene relazionale è tale se la relazione non è
utilizzata strumentalmente, ma è vissuta in quanto costituisce un
bene in sé e nasce da motivazioni intrinseche.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 140%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<h2 align="JUSTIFY" class="western" style="text-indent: 1.25cm;">
<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=8428350584055068897" name="_Toc260404206"></a>
3.4. Beni relazionali primari e secondari</h2>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 140%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 140%; margin-bottom: 0cm;">
Donati
opera delle distinzioni nella categoria di beni relazionali
contraddistinguendoli come <i>primari</i> o <i>secondari</i>. Il bene
relazionale secondario è caratterizzato da un outcome che si somma
alle altre componenti prodotte dall’interazione-incontro. Poniamo
infatti che in un incontro vi siano due fonti di utilità di natura
non relazionale dove solo la terza componente è rappresentata dal
bene relazionale. L’eventuale valore nullo di tale componente non
azzera l’utilità complessiva per il soggetto, quindi in questo
caso, il valore del bene in gioco non si annulla per l’assenza del
bene relazionale; se una persona si fa visitare da un medico
tecnicamente bravo, ma con il quale non si crea nessun bene
relazionale, il bene economico “visita medica” conserva la sua
esistenza e un suo valore. La seconda caratteristica dei beni
relazionali secondari è che il valore del bene relazionale può
trovare un valore monetario sostituto del bene stesso. Nel caso di
bene relazionale primario accade che la componente relazionale
dell’incontro non può essere eliminata senza distruggere il bene
stesso che ne annulla il valore. Infatti il bene relazionale è
rappresentato da una <i>produttoria </i>di questo tipo dove la
componente relazionale è un parametro che agisce come componente
moltiplicativa dell’intera sommatoria nella quale come addendi
troviamo le componenti non relazionali dell’interazione. Infatti in
un bene relazionale primario sono sempre presenti le componenti
relazionali generate dall’incontro anche se si tratta di
interazione fortemente caratterizzata da una forte valenza
relazionale come quella interna ad un nucleo famigliare. Tuttavia il
ruolo della relazionalità è essenziale affinché le altre
componenti non relazionali possano produrre “utilità”, perché
se la dimensione relazionalità, la sommatoria individuata sopra non
genera alcun effetto in termini di benessere. Infatti se viene meno
la componente affettivo – comunicativa del rapporto stesso, è
l’intero rapporto che scompare. Occorre aggiungere che i beni
relazionali primari non hanno un valore monetario che possa
supplirli, ossia non sono convertibili in moneta senza che questo
finisca per snaturarli.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 140%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<h2 align="JUSTIFY" class="western" style="text-indent: 1.25cm;">
<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=8428350584055068897" name="_Toc260404207"></a>
3.5. I falsi beni relazionali
</h2>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 140%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 140%; margin-bottom: 0cm;">
Nelle
economie avanzate, come nel caso dei beni posizionali, vengono anche
prodotti surrogati a basso costo di beni relazionali, ossia i falsi
beni relazionali. Un esempio di questi beni sono le <b>“relazioni
simulate</b>” come quelle offerte da Internet e dalla televisione.
Un caso molto emblematico riguardano i reality show: i telespettatori
li vivono come vere e proprie relazioni simulate e assumono un valore
particolare per il fatto che i protagonisti del reality possiedono un
determinato bene posizionale, ossia la notorietà. In altre parole,
una delle ragioni per cui per lo spettatore la relazione simulata ha
senso, si riferisce proprio al fatto che il protagonista, attraverso
il reality show, sta acquisendo notorietà e si differenzia dalla
massa delle persone che non hanno accesso al bene posizionale in
oggetto, pur desiderandolo e assegnando a bene un valore molto
elevato. Lo spettatore consuma un bene che è sia pseudo-relazionale
che pseudo-posizionale perché la relazione simulata genera nello
spettatore l’illusione di consumare lo stesso bene posizionale di
cui invece unicamente i protagonisti del reality sono in possesso.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 140%; margin-bottom: 0cm;">
Bruni
e Stanca nel 2006 attraverso una rilevante indagine campionaria e
individuano un effetto significativo dei beni relazionale sulla life
satisfaction come pure un effetto di spiazzamento del consumo
televisivo sulla relazionalità. Un primo insieme di indicatori
riguarda l’impegno attivo sul fronte del volontariato individuale
in ambito associazionistico; un secondo indicatore attiene al tempo
impiegato nell’ambito di specifici gruppi sociali (parenti, amici,
ecc..). Per capire meglio questo risultato è importante tenere
presente anche il fatto che il consumo di televisione rappresenta la
più importante attività di occupazione del tempo libero nel mondo.
Un altro esempio di consumo di falso bene relazionale riguarda i siti
internet dedicati agli incontri, dove chattare è una simulazione
dell’incontro reale infatti: l’identità della persona conta
molto, vi è simultaneità, e c’è un’assenza di strumentalità.
Questo tipo di relazione sostituisce in modo crescente la relazione
reale, in quanto meno costosa, rischiosa ed esigente. Concludendo,
possiamo giustificare la nascita di surrogati a basso costo, perché
il consumo di beni relazionali primari è altamente time-intensive,
ma oggi il tempo costituisce la risorsa scarsa per eccellenza, in più
questi bene sono dipendenti dalle libere scelte degli altri e ciò li
rende vulnerabili e fragili.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 140%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<h2 align="JUSTIFY" class="western" style="text-indent: 1.25cm;">
<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=8428350584055068897" name="_Toc260404208"></a> </h2>
<div id="sdfootnote1">
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; page-break-before: always;">
<span style="font-size: x-small;"><a class="sdfootnotesym" href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=8428350584055068897#sdfootnote1anc" name="sdfootnote1sym">1</a><sup> </sup>
Sacco, 1999 </span>
</div>
<div class="sdfootnote">
<br /></div>
</div>
<div id="sdfootnote2">
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; page-break-before: always;">
<span style="font-size: x-small;"><a class="sdfootnotesym" href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=8428350584055068897#sdfootnote2anc" name="sdfootnote2sym">2</a><sup> </sup>
Lezioni di Economia Civile – Antonio Genovesi</span></div>
<div class="sdfootnote">
<br /></div>
</div>
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicVlVRb1Tc8c4NWMM1Jx6rTmbF5w9O8d7WDhCxYtMlqCQuOhEKJDGXhsf7sCDDwBQn_Bfb-ALRUxq748LB2wJLhP3mTRmAZFxFk9etopx_Ge1rs2yYKkH-PHtKzXSnBXjPtGC5gYlSx0g/s1600/noche20oscura.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"></a></div>
in my opinionhttp://www.blogger.com/profile/03421164442302099635noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8428350584055068897.post-9766025279185590502012-09-09T22:18:00.000+02:002012-09-10T16:33:53.161+02:00Felicità ed economia: terza puntata<div style="text-align: right;">
Colonna sonora consigliata per l'articolo:</div>
<div style="text-align: right;">
<a href="http://www.youtube.com/watch?v=ybtVAmO8TJY">http://www.youtube.com/watch?v=ybtVAmO8TJY</a><br />
<br />
<div style="text-align: right;">
<b> </b><b>Perché
in alcuni casi l’aumento del reddito non aumenta la felicità?</b></div>
<div style="text-align: left;">
<b><br /></b></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 140%; margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEia6JN-dKCTplN95O5ZZmYjtHfjkwCJ3Vthv_GdX0QVeksPw-ToBwSq6BXhjQniRQJy5z3m-UhTGEoyra9flrDt02kpblytdf2fI7LW3HGVa-76zdjaAVC7hPm5hSDJBD2x0RqoKt03Hy8/s1600/18489664_lovenomics-se-la-ricchezza-non-fa-la-felicit-1.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="120" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEia6JN-dKCTplN95O5ZZmYjtHfjkwCJ3Vthv_GdX0QVeksPw-ToBwSq6BXhjQniRQJy5z3m-UhTGEoyra9flrDt02kpblytdf2fI7LW3HGVa-76zdjaAVC7hPm5hSDJBD2x0RqoKt03Hy8/s200/18489664_lovenomics-se-la-ricchezza-non-fa-la-felicit-1.jpg" width="200" /></a>La
felicità pubblica è l’ideale più importante della tradizione
dell’economia civile, ma questa concezione nel corso del
XIX è stata ridotta ad utilità, in questo modo la felicità pubblica
scompare dalla scienza economica per ben due secoli. <span style="line-height: 140%; text-align: right;">Nei
primi anni ’70 del ‘900 la felicità è un argomento che </span><br />
<a name='more'></a>ricomincia a tornare in auge nella teoria economica, ma con una
diversità: si comincia a “misurare la felicità” in questo modo
viene messa in rapporto con altre tradizionali variabili economiche
come il reddito, successivamente con la disoccupazione, l’inflazione. Questi studi hanno portato a risultati veramente paradossali ed ora è molto utile enunciare le teorie economiche dei principali studiosi che hanno
contribuito a rilanciare gli studi sulla felicità.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 140%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<h2 align="JUSTIFY" class="western" style="margin-top: 0cm; text-indent: 1.25cm;">
<span style="font-size: small;"><a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=8428350584055068897" name="_Toc260404195"></a>
2.1. Richard Easterlin e Tibor Scitovski: il “paradosso della
felicità”</span></h2>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 140%; margin-bottom: 0cm;">
Nel
1971, gli psicologi Brickman e Campbell attraverso la teoria
dell<i>’adaptation level theory</i>, affermano che i miglioramenti
delle circostanze oggettive della vita come reddito e ricchezza, non
producono effetti reali sul benessere delle persone.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 140%; margin-bottom: 0cm;">
Nel
1974, Richard Easterlin riprendendo studi empirici sulla felicità
delle persone apriva il dibattito sul “paradosso della felicità”.
Per condurre questa ricerca, Easterlin utilizzò due tipi di dati: i
primi erano forniti da questionari, i quali, inizialmente, furono
elaborati da World Survey, che si basavano su domande generali sulla
valutazione qualitativa della propria felicità; l’altra fonte
erano le indagini svolte da Cantril nel 1965 sulla paura, le speranze
e la felicità di quattordici Paesi del mondo, in questo modo i
soggetti intervistati dovevano autoclassificare la propria felicità
in una scala che va da 0 a 10, dove 0 indicava la peggiore vita
possibile e 10 la migliore vita possibile. Entrambe le ricerche si
basavano su autovalutazioni soggettive della propria felicità ed arrivarono in concreto agli stessi due risultati:
all’interno di un determinato Paese in un dato momento nel tempo
esiste una correlazione tra reddito e felicità ed è robusta;
inoltre, il confronto tra Paesi non mostrava correlazione tra reddito
e felicità e i Paesi più poveri non risultavano meno felici di
quelli più ricchi.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 140%; margin-bottom: 0cm;">
Easterlin,
per spiegare questi dati, utilizzò la teoria del “reddito
relativo” di Duensberry del 1949, la quale suppone che l’utilità
che una persona trae dal proprio consumo non è in funzione del
livello assoluto del suo consumo, ma di quello relativo, ossia il
rapporto tra il suo livello di consumo e quello degli altri. <b>Tuttavia
se il suo reddito aumenta, ma ad esempio quello di un suo conoscente
aumenta di più, la sua utilità diminuisce a fronte di un aumento di
reddito e di consumo.</b> Questa teoria è in grado di spiegare
perché la felicità tra Paesi non sembra dipendere dal livello
assoluto di reddito: se ciò che mi fa sentire felice è la
differenza tra i miei livelli di consumo e quelli dei miei conoscenti
allora un livello 10 può essere ottenuta sia da 30 – 20 nei Paesi
poveri che da 210 – 200 nei Paesi ricchi. Oggi molti autori si
occupano di economia e felicità si basano sull’ipotesi del reddito
relativo da Frank (1999), Ng (1997), Hollander (2001). Easterlin in
seguito ha sviluppato la sua teoria svolgendo indagini diacroniche
seguendo nel corso del tempo gruppi di persone studiate lungo il loro
ciclo di vita dalle quali sono risultati molti aspetti del paradosso.
Soprattutto il livello di felicità delle persone non varia negli
anni nonostante le condizioni economiche cambino nel corso della
vita.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 140%; margin-bottom: 0cm;">
Negli
ultimi anni Easterlin e molti altri economisti per sviluppare le loro
teorie prendono spunti dagli studi psicologici per cercare
spiegazioni più sofisticate per spiegare il paradosso, in questo
modo all’ipotesi del reddito relativo ha aggiunto la spiegazione
basata sull’adattamento edonico o teoria del set point, in base
alla quale sussiste un livello di felicità che rimane quasi costante
nell’arco della vita e ciò è dovuto a caratteristiche intrinseche
degli individui. Gli shock che si verificano nel corso della vita
hanno solo effetti temporanei sulla nostra felicità e dopo un breve
periodo nel quale l’evento produce effetti reali, siamo
ineluttabilmente portati a tornare al livello di riferimento, ossia
il <i>set point</i>. Infatti Brickmann e Campbel nel 1971 arrivarono
alla conclusione che le politiche economiche indirizzate al
miglioramento economico fossero inutili in rapporto al benessere
delle persone, perché i miglioramenti o i peggioramenti di reddito
hanno effetti di brevissima durata. Precisamente nel 1978 Brickman,
Coates, Janoff – Bulman, mostrarono che i vincitori di lotterie non
erano più felici rispetto a prima della vincita.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 140%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.25cm;">
<br /></div>
<h2 align="JUSTIFY" class="western" style="margin-top: 0cm; text-indent: 1.25cm;">
<span style="font-size: small;"><a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=8428350584055068897" name="_Toc260404196"></a>
2.2. Sen e Nussbaum: la critica alla categoria dell’”<i>happiness</i>”</span></h2>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 140%; margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 140%; margin-bottom: 0cm;">
Nel
2003, Veenhoven e altri studiosi criticarono gli studi sul paradosso
della felicità e affermarono che il <i>set point</i> di felicità è
essenzialmente un fatto congenito che è legato alla personalità, al
carattere delle persone e per questo non siamo in presenza di un
paradosso se i livelli diversi di reddito generano la stessa
felicità: ciò spiega il motivo per cui siano più felici Paesi come
il Ghana o la Colombia di Francia e Italia.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 140%; margin-bottom: 0cm;">
Questo
approccio però è stato criticato da economisti e filosofi più
oggettivi come Sen e Nussbaum, i quali affermano che la felicità si
misuri non con apprezzamenti soggettivi della propria esistenza, ma
in base alle cose buone che una persona riesce oggettivamente a fare,
dai diritti politici alle libertà di espressione, dalla possibilità
di studiare, all’accesso all’acqua potabile o alla sanità di
base. Infatti Sen si chiede se il tenore di vita di una persona possa
essere alto se la vita che conduce è piena di privazioni e si nota
il disappunto che ha verso la cosiddetta categoria dell’<i>happiness</i>,
anche per il fatto che Sen ha una visione molto vicina alla
eudaimonia di Aristotele dove è messo molto in risalto il nesso
virtù – felicità; di conseguenza Sen considera l’<i>happiness</i>
in modo analogo al piacere, ossia, come nella visione classica, pone
al centro della sua teoria economica sulla felicità concetti che
riguardano la realizzazione umana, di cui le risorse e i beni sono
solo i mezzi per raggiungerla. Come afferma Aristotele nell’Etica
nicomachea la ricchezza non è il fine ultimo che viene cercato, ma
viene perseguita soltanto in vista di qualcos’altro di più grande.
Abbiamo ottime ragioni per desiderare un reddito o una ricchezza
maggiore e non perché ricchezza e reddito siano in sé desiderabili,
ma perché normalmente sono uno strumento per essere più liberi di
condurre il tipo di vita che apprezziamo. Sen però è anche
consapevole che non sempre e non automaticamente i mezzi si
trasformano in “fioritura umana”: tutta la sua teoria delle
<i>capacità</i> e dei <i>funzionamenti</i> affermano precisamente
che ciò che conta in termini di giustizia, uguaglianza e di liberta
che sono le variabili chiave per valutare il benessere, non sono
tanti i beni, quanto preferibilmente il modo in cui questi si
trasformano in capacità e funzionamenti; per fare un esempio se due
persone, a parità di risorse e beni economici, se una è sana e
l’altra è malata questi beni si trasformano in diseguali capacità
e funzionamenti e in diseguali libertà.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 140%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<h2 align="JUSTIFY" class="western" style="margin-top: 0cm; text-indent: 1.25cm;">
<span style="font-size: small;"><a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=8428350584055068897" name="_Toc260404197"></a>
2.3. Kahnemann: i <i>treadmill effects</i></span></h2>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 140%; margin-bottom: 0cm;">
Molti
studiosi ora sostengono che <b>tra i beni opera un </b><i><b>hedonic
treadmill </b></i><b>secondo il quale l’aumento del reddito spinge
verso l’alto anche le nostre esigenze, proprio come in un tapis
roulant dove corriamo, ma stiamo sempre allo stesso punto.</b>
Kahneman distingue due tipi di <i>treadmill effect, </i>ossia
<i>l’hedonic treadmill</i> e il <i>satisfaction treadmill.</i>
L’hedonic treadmill riprende in parte la <b>teoria del livello di
adattamento, cioè quando una persona ha un reddito minore, si
accontenta di beni con prezzi più bassi per soddisfare le sue
esigenze, mentre quando il reddito aumenta invece il soggetto per
soddisfare la medesima esigenza preferirà un bene considerato di
lusso o in ogni caso con un prezzo più alto per soddisfare la
medesima esigenza che avrebbe soddisfatto con un bene più economico.
Il satisfaction treadmill invece dipende dal livello di aspirazione
che segna il confine fra i risultati soddisfacenti e quelli
insoddisfacenti; così quando aumenta il reddito accade che il
miglioramento induce i soggetti a richiedere continui e più intensi
piaceri per mantenere lo stesso livello di soddisfazione, in questo
modo la felicità soggettiva rimane costante nonostante la felicità
oggettiva migliori. </b>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 140%; margin-bottom: 0cm;">
Questo
risultato in parte era stato intuito da Scitovski nella sua <i>Joyless
economy</i>, il quale sviluppava l’analisi motivo per cui l’aumento
dei beni e dei consumi nelle economie avanzate, non ci rende più
felici. Prendendo spunto dalla ricerca psicologica e sociologica si
basava sulla distinzione tra “<i>comfort” e “stimulation</i>”
(o creatività) che entrano normalmente in conflitto perché le
risorse che vanno all’uno si sottraggono all’altro; interessante
è anche il commento di Hirschman il quale affermò che le attività
relazionali possono allo stesso tempo essere sia stimolanti che
confortevoli.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 140%; margin-bottom: 0cm;">
<b>I
soggetti indugiano molto sul </b><i><b>comfort</b></i><b> perché le
economie di scala impongono i gusti della maggioranza all’intera
collettività e comporta che una minoranza consapevole faccia molta
fatica a sottrarsi al consumismo e dall’altra che la maggioranza
resti perennemente in uno stato di infelicità pur essendo oberata di
beni materiali.</b> Occorre aggiungere che col passare del tempo i
beni di comfort danno assuefazione come accade per qualsiasi tipo di
droga, così aumenta il costo dei cambiamenti degli stili di vita che
si auto rafforzano. <b>Come spiega Scitovski nel 1996, tutto ciò
succede perché i soggetti non riescono a capire in tempo utile che i
miglioramenti nel comfort non comportano miglioramenti di felicità.</b></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 140%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<h2 align="JUSTIFY" class="western" style="text-indent: 1.25cm;">
<span style="font-size: small;"><a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=8428350584055068897" name="_Toc260404198"></a>
2.4. Il PIL: un “falso” indicatore del benessere</span></h2>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 140%; margin-bottom: 0cm;">
Verso
la fine del XVIII si realizza un passaggio fondamentale nel mondo
economico, infatti mediante il contributo di Jeremy Bentham si
realizza una “fuga” dall’economia civile e si ha che la
felicità diventa “utilità” che equivale a “piacere”.
Infatti nella sua opera fondamentale “<i>An Introduction of the
Principles of Moral and Legislation”</i> le parole “<i>happiness”,
“utility” e “pleasure</i>” si equivalgono, in questo modo si
ha che nel corso del ‘800 e del ‘900 la scienza economica
neoclassica si è gradualmente allontanata dal concetto di felicità
per occuparsi più semplicemente di utilità individuale determinata
da preferenze individuali. L’utilità così diventa una misurazione
cardinale della felicità, perciò questa è aggregabile mediante la
somma e di conseguenza è possibile misurare il benessere sociale
attraverso la somma delle utilità individuali degli individui.
Questa teoria economica venne molto enfatizzata nel corso del ‘900,
tanto che dal secondo dopoguerra si iniziò ad utilizzare il Pil come
indicatore di salute per un intero Paese. Il Prodotto Interno Lordo è
il valore di tutti i beni e servizi finali prodotti all’interno dei
confini del Paese in un certo periodo di tempo. Non si considerano
quindi le transazioni intermedie. Già dalla definizione possiamo
capire i limiti di questo indicatore che è risultato inadeguato.
Nonostante stimi la crescita attraverso le vendite nette di beni e
servizi, istruzione e fatturato della sanità, questo indicatore non
tiene conto delle differenze tra i più ricchi e i più poveri, dei
costi sociali e ambientali come i crimini, i disastri, inquinamento,
inoltre vengono anche ignorate le economie non di mercato come ad
esempio il volontariato. Gli USA ad esempio, sono il Paese con il Pil
più vasto dal Dopoguerra a oggi, ma presenta dati fra i peggiori
dell’OCSE quanto a patologie infantili derivanti da obesità oltre
a costi sanitari doppi rispetto all’Europa. Vedremo nel prossimo
paragrafo come risolvere i limiti del PIL.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<h3 align="JUSTIFY" class="western" style="text-indent: 1.25cm;">
<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=8428350584055068897" name="_Toc260404199"></a>
2.4.1. La Commissione Stiglitz - Sen – Fitoussi</h3>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 140%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 140%; margin-bottom: 0cm;">
Vista
la delusione generale sullo stato attuale dei dati statistici
riguardanti l'economia e la società, nel febbraio 2008, il
Presidente francese Sarkozy, ha chiesto, a Joseph Stiglitz, Amartya
Sen e Jean Paul Fitoussi di creare una Commissione, in seguito
denominata «Commissione per la misurazione del rendimento economico
e progresso sociale".</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 140%; margin-bottom: 0cm;">
L'obiettivo
della Commissione è stato quello di determinare i limiti del PIL
come indicatore del rendimento economico e progresso sociale,
compresi i problemi della sua misurazione; di esaminare quali
ulteriori informazioni possono essere individuate per la produzione
di indicatori più pertinenti del progresso sociale, valutando la
creazione di strumenti di misura alternativa e la loro concreta
attuazione. La Commissione ha analizzato ed elaborato raccomandazioni
non solo sulla misurazione statistica del benessere della società,
ma anche sulla qualità o il valore della vita, e la sostenibilità
di un livello di vita. </div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 140%; margin-bottom: 0cm;">
La
relazione identifica i difetti nei metodi per misurare la ricchezza e
il benessere sulla base del PIL e PNL e suggerisce i cambiamenti che
dovrebbero comprendere una maggiore attenzione alla distribuzione del
reddito, i redditi delle famiglie e il consumo di beni e servizi
fondamentali, ma anche a settori come la sanità, l'istruzione,
l'ambiente e i cambiamenti climatici e la felicità come componenti
dello sviluppo. In questo modo, sono state individuate dalla
Commissione le principali dimensioni che condizionano il benessere
che sono: reddito, salute, istruzione, attività personali (incluso
il lavoro), governo, relazioni sociali, ambiente (presente e
futuro), insicurezza legata all’economia e all’ambiente. </div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 140%; margin-bottom: 0cm;">
Su
tale base, la relazione chiede di rivolgere l’attenzione ad un
sistema incentrato sul benessere delle generazioni attuali e future,
piuttosto che ad un sistema orientato sulla misurazione della
produzione. Questo significa passare da misurare la produzione
economica alla misurazione del benessere dei cittadini in un contesto
globale di sostenibilità.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 140%; margin-bottom: 0cm;">
Una
delle componenti essenziali da prendere in considerazione, secondo il
rapporto della Commissione, è la sostenibilità. La sostenibilità
coinvolge non solo il presente, ma anche il futuro; essa è
condizionata dall’interazione degli aspetti socio-economici e
dall’impatto dei modelli dei differenti paesi. La sostenibilità è
una questione che riguarda il benessere e la performance economica,
ma deve essere esaminata separatamente, per non generare confusione
tra i singoli indicatori. Per valutare la sostenibilità occorre
guardare simultaneamente alla conservazione e crescita in “stocks”
delle quantità e qualità di risorse naturali e umane, e di capitale
sociale e fisico.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 140%; margin-bottom: 0cm;">
La
Commissione vuole fornire una guida diretta a responsabilizzare tutti
i tipi di organizzazioni sull'impatto delle loro attività sulla
società e sull'ambiente e ad incoraggiare un comportamento
rispettoso delle leggi e improntato a principi etici. L'obiettivo è
di mantenere uno sviluppo economico adattabile agli <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Ecosistema"><span style="color: #00000a;"><span style="text-decoration: none;">ecosistemi</span></span></a>,
garantendo un <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Equilibrio"><span style="color: #00000a;"><span style="text-decoration: none;">equilibrio</span></span></a>
ambientale. In definitiva la sostenibilità è uno sviluppo che
soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la possibilità
delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni. </div>
<h2 align="JUSTIFY" class="western">
<span style="font-size: small;"><a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=8428350584055068897" name="_Toc260404200"></a>2.5. La
tesi di Wilkinson e Pickett: il benessere dipende dall’eguaglianza</span></h2>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 130%; margin-bottom: 0cm;">
Molto
interessante la tesi di Wilkinson e Pickett i quali considerando i
Paesi ricchi, quelli in cui il reddito è distribuito in modo
diseguale mostrano risultati peggiori per una serie molto
significativa di indicatori sociali di benessere come disagio mentale
incluse le dipendenze da alcool e droga, mortalità infantile e
malattie, obesità, gravidanze in adolescenza, omicidi, mobilità
sociale. Dalla loro opera “La misura dell’anima” si denota che
i Paesi più diseguali mostrano risultati peggiori, anche se
riguardano Paesi più ricchi. Infatti, gli USA sono un Paese molto
ricco, ma soffrono di problemi sanitari e disagi sociali sopra
elencati molto più di Spagna, Grecia e Italia che hanno un reddito
procapite molto più basso. L’Italia è sesta nella classifica dei
più diseguali e va meglio di Germania, Francia e Austria per quanto
riguarda i problemi sanitari. I Paesi con meno disparità sono
Giappone, Finlandia, Norvegia, Danimarca e da quest' opera si evince
che se si diminuisce la disparità è possibile accrescere la qualità
della vita di tutti. Per ridurre le diseguaglianze, in Svezia, hanno
scelto un meccanismo redistributivo di imposte e sussidi e in
Giappone hanno conseguito una maggiore uniformità di redditi di
mercato al lordo delle imposte.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 140%; margin-bottom: 0cm;">
In
conclusione possiamo affermare che questa tesi si avvicina molto
all’ipotesi di reddito relativo, ossia i due studiosi per spiegare
stati d’animo e comportamenti contano i confronti, le differenze,
non i valori assoluti, cioè la ricchezza o la povertà in se e per
se.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<h2 align="JUSTIFY" class="western" style="text-indent: 1.25cm;">
<span style="font-size: small;"><a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=8428350584055068897" name="_Toc260404201"></a>
2.6. Thaler e Sunstein: la “spintarella”</span></h2>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 130%; margin-bottom: 0cm;">
In
futuro il metodo migliore sarà il “nudge”, ossia la gentile, ma
convincente spinta a fare le scelte giuste senza imporle e questi due
autori americani hanno enununciato questa teoria nella loro opera
intitolata “Nudge” uscito nel 2009. Thaler, nonostante provenga
dalla scuola di Chicago, non crede più alla capacità autoregolante
del mercato; Sunstein, di formazione costituzionalista, prima di
convincersi che la liberta di scelta e la ricerca della felicità
enunciata nella Costituzione possono portare a scelte sbagliate per
il cittadino, era un supporter di Bush e Greenspan. La soluzione
migliore secondo i due autori è la “spintarella” che convince a
fare le scelte migliori, salvando l’autonomia delle parti ossia una
sorta di “liberismo paternalista”. Ad esempio gli americani non
risparmiano abbastanza perché non vedono il vantaggio nel risparmio,
ma se le aziende proponessero ai dipendenti un programma nel quale
dal loro stipendio viene prelevata una trattenuta progressivamente
più alta con la crescita dello stipendio, accantonata a tassi sempre
migliori, gli americani risparmierebbero di più, tanto che nelle
aziende che ci hanno provato il risparmio è triplicato. L’esperienza
dimostra che il cittadino di fronte a troppe scelte tende a rinviare
a buttarsi sulla prima che vede pur di non perdere la testa ed è
inutile imporre norme se vi è questa confusione. Quindi “spintarelle
garbate” in un sistema politico che garantisca la libertà di
azione, ma non abbia timore nell’indicare quali siano le scelte
giuste e le scelte sbagliate. Questo libro è stato letto molte volte
da Obama che e l’ha anche portato in campagna elettorale; Obama
l’ha trovato convincente a tal punto che ha chiamato proprio
Sunstein a ridisegnare il quadro delle regole del gioco economico
nazionale, siccome le precedenti norme, come abbiamo potuto osservare
negli ultimi anni, sono risultate inadeguate.</div>
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicVlVRb1Tc8c4NWMM1Jx6rTmbF5w9O8d7WDhCxYtMlqCQuOhEKJDGXhsf7sCDDwBQn_Bfb-ALRUxq748LB2wJLhP3mTRmAZFxFk9etopx_Ge1rs2yYKkH-PHtKzXSnBXjPtGC5gYlSx0g/s1600/noche20oscura.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"></a></div>
in my opinionhttp://www.blogger.com/profile/03421164442302099635noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8428350584055068897.post-82923140424449004592012-09-08T19:35:00.001+02:002012-09-10T17:55:12.642+02:00Voce al Voto! Solo 20 giorni al termine del sondaggio!!<div style="text-align: right;">
Colonna sonora consigliata per l'articolo:</div>
<div style="text-align: right;">
<a href="http://www.youtube.com/watch?v=LaK71JhaTGU">http://www.youtube.com/watch?v=LaK71JhaTGU</a>
<br />
<div style="text-align: left;">
<br />
<br /></div>
<div style="text-align: left;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgd0RxGEl_y-pDBgFKsNmdXnuKr5bf5ydutof6SDbh0Cj1mx1z6rO4veFDnJg0zUlmGmiBBEYvYbcRl242aCC3_Dygl0Jp0yqcWIgRSBamKeenStcSdFU7OSXCD6fVlqIiW3d4A6BJ62B4/s1600/voto-urna.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgd0RxGEl_y-pDBgFKsNmdXnuKr5bf5ydutof6SDbh0Cj1mx1z6rO4veFDnJg0zUlmGmiBBEYvYbcRl242aCC3_Dygl0Jp0yqcWIgRSBamKeenStcSdFU7OSXCD6fVlqIiW3d4A6BJ62B4/s200/voto-urna.jpg" width="200" /></a>Esprimi qual'è la tua reale condizione sul posto di lavoro! Lo puoi fare votando il sondaggio QUI SOPRA.</div>
<div style="text-align: left;">
Non costa nulla, solo un clic per dirci in via del tutto anonima come ti trovi nel tuo ambiente lavorativo. </div>
<div style="text-align: left;">
Per <span style="color: #666666; font-style: italic; font-weight: bold;">"<span style="font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 13px; text-transform: uppercase;">QUANTO SEI SODDISFATTO DEL TUO POSTO DI LAVORO?</span>"</span><span style="color: #cc0000; font-style: italic; font-weight: bold;"> </span>intendiamo un giudizio globale; per es. c'è professionalità nel tuo ambiente lavorativo? c'è un rapporto positivo con i colleghi oppure c'è un clima di egoismo personale? il carico di ore lavorative è sopportabile? è equamente retribuito il compenso a fine mese rispetto al lavoro svolto?<br />
<a name='more'></a><span style="text-align: right;"><br /></span>
<span style="text-align: right;">Fate la vostra considerazione ed esprimete il vostro voto..</span></div>
<div style="text-align: left;">
Al termine del sondaggio è prevista l'uscita dell'articolo che affronterà proprio questo delicatissimo tema anche con l'aiuto dei dati raccolti dal test.. </div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
<div style="text-align: left;">
Più siete a votare e più l'affidabilità del test aumenta. Assieme, tramite il parere di ognuno di voi riusciremo a far emergere qual'è la realtà lavorativa italiana. Come ripeto, basta solo un clic, qui nella colonna di destra.</div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
<div style="text-align: left;">
</div>
<h2 class="title" style="font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; margin: 0.5em 0px; position: relative; text-transform: uppercase;">
<span style="color: #cc0000; font-size: small;"> QUANTO SEI SODDISFATTO DEL TUO POSTO DI LAVORO? </span></h2>
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicVlVRb1Tc8c4NWMM1Jx6rTmbF5w9O8d7WDhCxYtMlqCQuOhEKJDGXhsf7sCDDwBQn_Bfb-ALRUxq748LB2wJLhP3mTRmAZFxFk9etopx_Ge1rs2yYKkH-PHtKzXSnBXjPtGC5gYlSx0g/s1600/noche20oscura.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"></a></div>
in my opinionhttp://www.blogger.com/profile/03421164442302099635noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-8428350584055068897.post-60845102971357048132012-09-06T20:54:00.002+02:002012-09-10T16:37:24.601+02:00Felicità ed economia: seconda puntata<div style="text-align: right;">
Colonna sonora consigliata per l'articolo:</div>
<div style="text-align: right;">
<a href="http://www.youtube.com/watch?v=VHhzi8PvDYw">http://www.youtube.com/watch?v=VHhzi8PvDYw</a><br />
<br />
<b><i>"La felicità si ha solo con e grazie agli altri."</i></b><br />
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</div>
<h1 style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 36.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-list: l0 level1 lfo1; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;">
<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=8428350584055068897" name="_Toc260404193"><span style="mso-bidi-font-family: "Trebuchet MS"; mso-bidi-theme-font: major-latin; mso-fareast-font-family: "Trebuchet MS"; mso-fareast-theme-font: major-latin;"><span style="mso-list: Ignore;"></span></span></a></h1>
<div class="MsoNormalCxSpFirst" style="line-height: 140%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-add-space: auto; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle" style="line-height: 140%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-add-space: auto; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-OYC-BXVBumhka0hZESycWO6C3hpoWgwZxHGqFrloElUSkbVHhJTAMxFOoLCUpRg-1tBcCvbZNRS8grtbOfwazlexTS9szrRZm8DTTJWgNhYBtSZ2j3Fax3ju5RMSAWXD1JIqaNNpLLw/s1600/segreti-felicit%C3%A0.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="131" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-OYC-BXVBumhka0hZESycWO6C3hpoWgwZxHGqFrloElUSkbVHhJTAMxFOoLCUpRg-1tBcCvbZNRS8grtbOfwazlexTS9szrRZm8DTTJWgNhYBtSZ2j3Fax3ju5RMSAWXD1JIqaNNpLLw/s200/segreti-felicit%C3%A0.jpg" width="200" /></a>È molto interessante
sapere che il primo grande economista della storia fu Aristotele, il quale fu
il primo ad occuparsi della relazione tra felicità ed economia: infatti egli enunciava
che l’economia (dal greco “governo della casa”) è un mezzo molto importante per
emancipare l’uomo dai bisogni che più lo avvicinano all’animale, permettendogli
di dedicarsi completamente alla<br />
<a name='more'></a><span style="line-height: 140%;">vita pubblica.</span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle" style="line-height: 140%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-add-space: auto; text-align: justify;">
Diversamente da ciò che
ci raccontano i libri di storia, la felicità o meglio la “pubblica felicità”
non è un prodotto dell’illuminismo francese, poi esportato in Italia e in tutto
il mondo, bensì il termine felicità pubblica compare nel libro di Ludovico
Antonio Muratori intitolato “Della pubblica felicità”. In questo libro,
possiamo trovare la tesi principale dell’umanesimo civile nella quale si
enuncia che “l’interesse privato non si risolve naturalmente in pubblica
felicità essendo questa il frutto di virtù civili”<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=8428350584055068897#_ftnref1" name="_ftn1" style="mso-footnote-id: ftn1;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Trebuchet MS","sans-serif"; font-size: 10.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: "Trebuchet MS"; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">[1]</span></span></span></span></a><a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=8428350584055068897#_ftn1" name="_ftnref1" style="mso-footnote-id: ftn1;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Trebuchet MS","sans-serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: "Trebuchet MS"; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;"></span></span></span></span></a>.
Possiamo affermare, quindi, che la tradizione della pubblica felicità è una
“creazione culturale” dell’umanesimo civile italiano: esattamente, Muratori
scrive il libro sopracitato nel 1749 qualche anno prima dell’<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Encyclopédie </i>e delle sue voci economiche
che introducono in Francia e in tutto il mondo il tema della felicità pubblica
come il grande programma culturale sociale dell’illuminismo. </div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle" style="line-height: 140%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-add-space: auto; text-align: justify;">
Da Muratori in avanti,
le diverse scuole italiane come la napoletana, la toscana, la veneziana e,
principalmente, la milanese, l’espressione “pubblica felicità” diventò lo
slogan della nascente scuola italiana di economia civile. Occorre specificare
che l’aggettivo <i style="mso-bidi-font-style: normal;">pubblico</i> ha un significato
molto importante perché si tende a riconoscere che, diversamente dalla
ricchezza, <b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><u>la felicità si ha solo con
e grazie agli altri</u></b>. Occorre aggiungere che questa felicità è pubblica
perché riguarda non tanto la felicità dell’individuo singolo in quanto tale,ma
anche <b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><u>le precondizioni istituzionali
e strutturali che permettono ai cittadini di sviluppare la loro felicità
individuale</u></b>, ossia precondizioni per far sì che ciascuno possa fiorire
come persona. Inoltre, la felicità è pubblica perché riguarda il bene comune
che deve diventare l’ideale del buon governo del sovrano. </div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle" style="line-height: 140%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-add-space: auto; text-align: justify;">
Possiamo affermare che
l’approccio italiano all’idea di felicità riguardo al suo stretto rapporto con
le virtù civili e la sua logica paradossale, è un elemento fondamentale che si
differenzia nettamente rispetto agli autori di oggi influenzati dalla filosofia
edonista e sensista senza essere ispirati alla tradizione umanista, perché,
infatti, la felicità della tradizione dell’economia civile è il bene comune e
doveva diventare l’ideale e l’obiettivo del buon governo del sovrano, come affermava
Antonio Genovesi. Nei prossimi paragrafi verranno spiegati i paradossi della
felicità, che portano a dei risultati che di primo acchito poche persone
immaginano.</div>
<div style="mso-element: footnote-list;">
<br clear="all" />
<hr align="left" size="1" width="33%" />
<div id="ftn1" style="mso-element: footnote;">
<div class="MsoFootnoteText">
<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=8428350584055068897#_ftnref1" name="_ftn1" style="mso-footnote-id: ftn1;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Trebuchet MS","sans-serif"; font-size: 10.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: "Trebuchet MS"; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">[1]</span></span></span></span></a>
Bruni e Zamagni (2004). Economia civile. Il Mulino, Bologna, pp. 67.<span style="mso-no-proof: yes;"></span></div>
<div class="MsoFootnoteText">
<br /></div>
</div>
</div>
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicVlVRb1Tc8c4NWMM1Jx6rTmbF5w9O8d7WDhCxYtMlqCQuOhEKJDGXhsf7sCDDwBQn_Bfb-ALRUxq748LB2wJLhP3mTRmAZFxFk9etopx_Ge1rs2yYKkH-PHtKzXSnBXjPtGC5gYlSx0g/s1600/noche20oscura.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"></a></div>
in my opinionhttp://www.blogger.com/profile/03421164442302099635noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8428350584055068897.post-79414991647418818182012-09-05T23:54:00.001+02:002012-09-07T14:30:02.583+02:00Allerta Facebook: "antisocial" network. Toglie tempo e denaro.<div style="text-align: right;">
Colonna sonora consigliata per l'articolo:</div>
<div style="text-align: right;">
<a href="http://www.youtube.com/watch?v=QCQTr8ZYdhg">http://www.youtube.com/watch?v=QCQTr8ZYdhg</a></div>
<br />
<div>
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtFzff-MfFxa9zwC0LWD3XeiZu4BZwzUH7S-QCqR3AL7BnrEF4yOLdbvzh-60vpQmtuUEH_KbfdY-d7zoQdKK3uHLI4rMHSIfUV74mUfbuv7ar4aH3wu00pZPfjni1SFIei_ycMzEY-oI/s1600/facebook.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="131" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtFzff-MfFxa9zwC0LWD3XeiZu4BZwzUH7S-QCqR3AL7BnrEF4yOLdbvzh-60vpQmtuUEH_KbfdY-d7zoQdKK3uHLI4rMHSIfUV74mUfbuv7ar4aH3wu00pZPfjni1SFIei_ycMzEY-oI/s200/facebook.jpg" width="200" /></a></div>
<i>Mi piace, mi piace, mi piace!!! e tu? quanti amici hai?</i><br />
<br />
Non si tratta del titolo di un melodramma, ma di qualcosa di più vicino....qualcosa di moderno! Si tratta di Facebook e dei social networks che vanno tanto di moda oggi. Si appunto.. di moda..<br />
Vi vorrei proporre una riflessione su quello che oggi sta facendo <br />
<a name='more'></a>parlare molti sociologi, psicologi ecc ecc... Su questi canali virtuali, ve ne sarete<br />
sicuramente resi conto, si sta montando una realtà fittizia che ci vendono come una realtà più sociale dove si è tutti più uniti e vicini; dove le emozioni non sono più soltanto virtuali, ma neanche del tutto vere, poichè in chat siamo tutti più bravi a far credere quello che ci pare e a dare false impressioni. La domanda che mi sono posto vedendo questa esplosione di [in]felicità da parte delle persone che mi circondano e che fanno uso di questo tipo di prodotto è stata: ma veramente Facebook (prendo il più famoso), ha cambiato il modo di vivere la propria vita? Un mondo mediato da uno schermo, un mondo virtuale, dove il contatto umano si riduce ad una conversazione in chat, può aver fatto questo?<br />
Sarò critico, non voglio dare risposte affrettate, ma analizzare bene tutti gli aspetti, sia positivi che negativi.<br />
Da una parte Facebook è molto utile per mantenere contatti con i tuoi amici, scambiare messaggi e ritrovare i vecchi amici, quelli che se non li rivedevo su Facebook, neanche mi tornavano in mente.. va bene così, forse l'utilità più grande che ha portato, è per altri la possibilità di scambiarsi messaggi gratis sfruttando la rete!! Bhè, un piccolo passo per l'uomo, un grande passo per l'umanità come direbbe qualcuno. Ma continua ad andare benissimo così.<br />
Il problema di queste "innovazioni" nasce quando oltre alla parte chiamiamola così "utile" si accosta un potenziale problema di dimensioni ben più grandi, che assume i connotati di "inutile e problematico". <br />
<br />
Altro che contatti, amicizia, comunità…Secondo i ricercatori inglesi i social network, Facebook in primis, generano tra i giovanissimi l’esatto opposto: la solitudine. Secondo uno studio infatti, tra i ragazzi di oggi si starebbe diffondendo un fenomeno terribile: EMARGINAZIONE DA COMPUTER. <br />
Cosa vuol dire? <br />
Vuol dire che, continuando a creare relazioni e contatti su Internet, i giovani dimenticano l’amicizia “tradizionale”, ovvero i rapporti "vissuti" di persona senza la mediazione fasulla di uno schermo.<br />
Facebook ecc.. creano un’ILLUSIONE di contatto umano, che però in realtà è solo virtuale. Eppure, secondo i ricercatori, i giovani si sono abituati alle amicizie online al punto da avere un po’ PAURA di esprimere i propri sentimenti e lasciarsi andare nel mondo reale (che è ciò che caratterizza il nostro vivere dall'esistere imprimetelo nelle vostre menti!). Risultato? SOLITUDINE. Eppure sembra una contraddizione, perché i social network in teoria dovrebbero aiutare le persone (magari quando sono lontane, o impegnate nello studio o nel lavoro), a mantenere i rapporti scrivendosi o condividendo pensieri, immagini, emozioni...<br />
a quanto pare non è così in gran parte per gli utenti "social".<br />
<br />
<div style="text-align: center;">
<i>"E' come se fosse una seconda pelle, una dipendenza, un bisogno."</i>
</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
Altro studio che questa volta arriva dall'America, dalla Utah Valley University, pubblicato su “Cyberpsychology, Behavior and Social Networking”: hanno intervistato 425 studenti universitari. I partecipanti dovevano rispondere a domande inerenti la loro felicità e quella dei loro “amici”, inoltre, dovevano descrivere se utilizzavano Facebook. Ad oggi l'utilizzo medio di questo strumento sfiora le 7 ore mensili. Se considerate che è una media, il dato è importante, assume un certo valore. Tornando allo studio era richiesto di indicare il tipo di attività che vi svolgevano, il numero di “amici” online che avevano accumulato e il numero di amici “reali” che conoscevano e frequentavano personalmente. I frequentatori assidui di Facebook <u>hanno risposto in maggioranza che i loro amici online erano di certo più felici di loro e che avevano una vita migliore</u>, mentre, <u>chi passava più tempo con amici reali</u> e socializzava di più nella vita vera, <u>erano più propensi a giudicare la vita con ottimismo</u> e a non ritenere che solo gli altri fossero felici.<br />
Secondo la sociologa Chou, che ha condotto lo studio assieme al suo collega Nicholas Edge, si tratterebbe di un particolare fenomeno che prende il nome di “BIAS DI CORRISPONDENZA”, ovvero la tendenza psicologica con cui traiamo conclusioni errate su una persona sulla base di una conoscenza limitata. <br />
<div>
<span style="color: black;">Gli effetti più comuni scaturiti da questa ossessione si riflettono nel trascurare l’ambiente familiare, lavorativo e SOCIALE (avete capito bene!). Sono i contatti virtuali a prendere il sopravvento, perchè l’amicizia creata nei social network GENERA SICUREZZE E AUTOSTIME FITTIZIE.</span><br />
<span style="color: black;"><br /></span>
Ma passiamo alla fase più divertente, quella che nessuno si aspettava forse. Per avere un riscontro più reale di quello di cui ho parlato finora. Sono andato a curiosare su come, chi scommette realmente con soldi veri su Facebook, la pensa e si sta comportando. Ho riportato il grafico delle quotazioni di Facebook che come saprete è entrato a far parte della borsa americana da Maggio 2012.<br />
<br />
<b>In soli 4 mesetti l'azione ha confezionato un bel -60%. Non male. Il grafico parla da solo:</b><br />
<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiCDZ5oGR9K2y7nE1eulvBobcT9IIX_R3HiSnmQcJP8Mh8AEalngmnL1UKg0qhG8wtthCQscOnY9HZPhczwGywo7sLp-DoYgcFU5sGNCSiilSq3PbuIz9YASRN26l34_ocBGpfMzbuLDY0/s1600/fb+stock.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" height="308" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiCDZ5oGR9K2y7nE1eulvBobcT9IIX_R3HiSnmQcJP8Mh8AEalngmnL1UKg0qhG8wtthCQscOnY9HZPhczwGywo7sLp-DoYgcFU5sGNCSiilSq3PbuIz9YASRN26l34_ocBGpfMzbuLDY0/s640/fb+stock.png" width="640" /></a></div>
<br />
<div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
Infine ricordo, il meccanismo per cui Facebook ha senso di esistere. Vive con la pubblicità che le aziende pagano per gli annunci. Altrimenti, se queste dovessero realizzare che Facebook non è poi così prodromico per i loro affari incorrerebbe in seri pericoli in tempi limitatissimi. Si alimenterebbero da subito meccanismi degni dei tempi legati alla nostra contemporaneità: il caos. </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
E il grafico, che riflette la volontà degli "uomini di borsa" forse fa già intendere qualcosa.. </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
i tempi stanno per cambiare?</div>
<br />
Sono ben accetti commenti ed opinioni. Non abbiate timori di essere emarginati da computer!</div>
in my opinionhttp://www.blogger.com/profile/03421164442302099635noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8428350584055068897.post-44100031961695359032012-09-05T22:03:00.002+02:002012-09-10T18:05:27.141+02:00"Felicità ed economia" prima puntata<div style="text-align: right;">
Colonna sonora consigliata per l'articolo:</div>
<div style="text-align: right;">
<a href="http://www.youtube.com/watch?v=KBXPJ-J_ZnU">http://www.youtube.com/watch?v=KBXPJ-J_ZnU</a>
<br />
<div style="text-align: left;">
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<h1 style="margin-top: 0cm; text-align: right;">
<span style="font-family: inherit; font-size: small;">Introduzione</span></h1>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 140%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi3Vk9VTU2kdnZyPMVX_6ZJ66xgEN47pZaRZFxa3cROXUK29w6gGz51bC1qjDp0NbAaHg3myvZAtOeL8YDg1xG9dnwC9RFoMLaMANQwyold0B6-MSeUYccSvk9tY3s4moF9x9cK2hQlDLc/s1600/cartello-happy.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi3Vk9VTU2kdnZyPMVX_6ZJ66xgEN47pZaRZFxa3cROXUK29w6gGz51bC1qjDp0NbAaHg3myvZAtOeL8YDg1xG9dnwC9RFoMLaMANQwyold0B6-MSeUYccSvk9tY3s4moF9x9cK2hQlDLc/s200/cartello-happy.jpg" width="173" /></a>A tutt’oggi non c’è un consenso unanime su cosa sia
la felicità, anche se comunemente tutto ciò che facciamo è in funzione del
perseguimento di essa; il significato di felicità, in questo caso, lo riconduciamo
a quello di felicità soggettiva che può essere afferrata attraverso le
interviste, dove gli individui possono ottenere delle indicazioni in merito
alle valutazioni riguardanti la soddisfazione che provano rispetto alla vita.
Esiste, anche, il concetto di felicità oggettiva che si riferisce agli <br />
<a name='more'></a>approcci
fisiologici, i quali cercano di cogliere il benessere soggettivo, soprattutto,
misurando le onde cerebrali; in questo caso il giudizio sulla felicità viene<span style="line-height: 140%;"> </span><span style="line-height: 140%;">attribuito in base a regole esterne. Per il nostro lavoro prendiamo come punto
di riferimento la felicità soggettiva perché, in questo caso, i processi
cognitivi giocano un ruolo di maggiore importanza; questi ultimi quindi sono utili
per questioni collegate alla felicità che hanno risvolti anche su altri aspetti
sociali. Infatti, il benessere individuale non è una percezione isolata, ma
dipende intensamente dalle condizioni in cui le persone coinvolte vivono, tanto
che i fattori che rendono le persone più o meno felici di altre sono: i fattori
della personalità, fattori socio demografici, fattori economici, fattori contestuali
e fattori istituzionali. La felicità è fondamentale perché ha una forte
ripercussione sullo stile di vita delle persone, infatti è stato dimostrato che
le persone più felici: hanno più successo nel mercato del lavoro e tendono a
far carriera più velocemente di quelle infelici; trovano con maggior facilità
un compagno e di conseguenza sono meno esposte alla solitudine; sono più cooperative,
quindi più propense ad aiutare gli altri. Da anni gli psicologi analizzano i
fattori della personalità, quelli socio demografici e contestuali, ma negli
ultimi anni anche gli economisti analizzano l’impatto degli effetti economici sulla
felicità delle persone.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 140%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
In questa sede, verranno spiegati, in modo
approfondito, molti concetti relativi agli effetti che determina l’economia
sulla felicità degli individui. Nella prima sezione saranno chiarite le origini
degli studi sulla felicità: da Aristotele ad Antonio Muratori, che quest’ultimo,
nel 1749, introdusse il concetto di “felicità pubblica” il quale diviene il
programma culturale e sociale dell’Illuminismo. Nella seconda sezione verrà spiegata
la ragione per cui in alcune circostanze l’aumento del reddito non realizza un
aumento della felicità, determinando i cosiddetti “paradossi della felicità”.
Nella terza sezione verranno analizzati i beni relazionali e i beni posizionali
e soprattutto l’importanza dell’utilizzo dei primi per far sì che gli individui
siano felici;<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>La quarta sezione verrà dedicata
all’analisi del modello di democrazia deliberativa e abbiamo dimostrato il
motivo per cui questa soddisfa maggiormente le esigenze delle economie avanzate
del modello di democrazia elitistico competitiva ormai inadeguato; il modello
di democrazia deliberativa ha come obiettivo principale il rafforzamento della
vita democratica attraverso la discussione tra le persone; ciò costituisce un
efficace strumento per creare capitale sociale mediante l’esercizio di attività
relazionali. In questo modo, gli esiti saranno più vicini alle preferenze dei
cittadini e ciò indubbiamente porta ad un aumento della felicità delle persone.</div>
<span style="font-family: "Trebuchet MS","sans-serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 150%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: "Trebuchet MS"; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;"><br clear="all" style="mso-special-character: line-break; page-break-before: always;" />
</span>
<br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: left;">
</div>
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicVlVRb1Tc8c4NWMM1Jx6rTmbF5w9O8d7WDhCxYtMlqCQuOhEKJDGXhsf7sCDDwBQn_Bfb-ALRUxq748LB2wJLhP3mTRmAZFxFk9etopx_Ge1rs2yYKkH-PHtKzXSnBXjPtGC5gYlSx0g/s1600/noche20oscura.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"></a></div>
in my opinionhttp://www.blogger.com/profile/03421164442302099635noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8428350584055068897.post-35381978172925116802012-09-02T15:59:00.000+02:002012-09-02T17:11:21.611+02:00Omicidio presso l'Empire State Building: solo vecchi rancori?<div style="text-align: right;">
Colonna sonora consigliata per l'articolo:</div>
<div style="text-align: right;">
<a href="http://www.youtube.com/watch?v=E0wW9RwpG7M">http://www.youtube.com/watch?v=E0wW9RwpG7M</a>
<br />
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicVlVRb1Tc8c4NWMM1Jx6rTmbF5w9O8d7WDhCxYtMlqCQuOhEKJDGXhsf7sCDDwBQn_Bfb-ALRUxq748LB2wJLhP3mTRmAZFxFk9etopx_Ge1rs2yYKkH-PHtKzXSnBXjPtGC5gYlSx0g/s1600/noche20oscura.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="165" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicVlVRb1Tc8c4NWMM1Jx6rTmbF5w9O8d7WDhCxYtMlqCQuOhEKJDGXhsf7sCDDwBQn_Bfb-ALRUxq748LB2wJLhP3mTRmAZFxFk9etopx_Ge1rs2yYKkH-PHtKzXSnBXjPtGC5gYlSx0g/s200/noche20oscura.jpg" width="200" /></a></div>
Sono rimasta letteralmente sconvolta da quel cinquantatreenne disoccupato che, venerdì scorso, con due colpi di pistola alla testa ha ucciso il suo ex collega nei pressi dell'Empire State Building; pare, forse, per vecchi rancori. Questo episodio mi ha colpito duramente perché a New York ci sono stata due settimane fa e, di primo acchito, sembra una città in cui la disoccupazione non esista; c'è tantissima gente per strada, yuppies incravattati sempre di corsa, tanto che sembra di essere sul set del film "Wall Street". Purtroppo, è <br />
<a name='more'></a>opinione comune che la peggiore conseguenza del licenziamento sia la mancanza della retribuzione; non dimentichiamoci, invece, che problemi di ansia e depressione affliggono il 34% dei disoccupati e il 16% degli occupati (dati rilevati da statistiche OMS). La perdita del lavoro causa effetti devastanti come la perdita del ruolo sociale, perché si tende a sentirsi inutili; la perdita dei rapporti interpersonali, in quanto i nostri colleghi possono essere anche nostri amici; la perdita della capacità di incanalare la nostra capacità creativa (per chi ha la fortuna di fare un lavoro che lo soddisfa appieno!). I suicidi e gli omicidi sono l'ultima spiaggia, ma non pensiamo che siano un gesti folli; è un atto calcolato nei minimi dettagli per risolvere un problema che una soggetto vede insuperabile (non a caso, nell'abitazione dell'omicida dell'Empire sono stati ritrovati numerosi manuali per cecchini).Esiste una correlazione lineare tra crisi econonomica e suicidio, non a caso all'aumentare dell'1% di disoccupazione, aumenta anche il tasso di suicidi sotto i 65 anni dello 0,75%.<br />
Uno dei possibili rimedi sono gli ammortizzatori sociali e pensate che il rischio suicidio dovuto alla disoccupazione comincia a diminuire già investendo 10 dollari all'anno pro capite (-0,038%) e risulterebbe perfettamente contrastato se venissero investiti 140 dollari.<br />
Gli ammortizzatori sociali sono importantissimi, ma da soli perché occorre anche ricollocare i disoccupati sul mercato lavorativo. Sarebbe opportuno che, sia le aziende che la Pubblica Amministrazione investissero in programmi di coaching per i lavoratori e, soprattutto nelle aziende medio- grandi occorrerebbe la presenza stabile di uno psicologo. Sono sicura che in questo modo si possano evitare disagi psicologici legati alla perdita del lavoro e alla disoccupazione in generale e sicuramente, sarebbe molto più agevole per un disoccupato rinserirsi nel mercato del lavoro.in my opinionhttp://www.blogger.com/profile/03421164442302099635noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8428350584055068897.post-59731944493816643942012-08-30T00:59:00.000+02:002012-09-02T16:36:30.731+02:00Occidente "zombie", almeno fino al 2016. Nessuno ne parla, i “paperoni” lo sanno e speculano arricchendosi.<div style="text-align: left;">
<div style="text-align: center;">
<span style="text-align: right;"> Colonna sonora consigliata per l'articolo:</span>
</div>
</div>
<div style="text-align: left;">
<div style="text-align: center;">
<a href="http://www.youtube.com/watch?v=2Y4UYKmQ_EA&feature=fvwrel">http://www.youtube.com/watch?v=2Y4UYKmQ_EA&feature=fvwrel</a>
</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: left;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtNK5xs4nBuCWKfG4T80s5NI4ccke4CLWVs3dTkjYBaIJJdoeWpgf2ljVCahqMPWPZ3ogBr4aQr3XusIgbOmrG_Y47iwYb8A2PjfaT1p5m-p_0onTzH6CWIgKTpsrdBwQgKhyDylulw5c/s1600/crisi1.gif" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="142" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtNK5xs4nBuCWKfG4T80s5NI4ccke4CLWVs3dTkjYBaIJJdoeWpgf2ljVCahqMPWPZ3ogBr4aQr3XusIgbOmrG_Y47iwYb8A2PjfaT1p5m-p_0onTzH6CWIgKTpsrdBwQgKhyDylulw5c/s200/crisi1.gif" width="200" /></a>Amici lettori,</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: left;">
scrivo questo articolo, perché è arrivato il momento giusto
per farlo. C’è la crisi, c’è la crisi, sinceramente non se ne può più di
sentirsi dire ogni giorno da parte dei media che dovremmo rassegnarci ad una
vita più sobria. Questo meccanismo sta alimentando il problema, rendiamocene
conto. Oramai se non intercettiamo la parolina magica, “crisi” nell’arco della
giornata <br />
<a name='more'></a>ci preoccupiamo.Dunque con questo testo, vorrei, se mi seguirete, dimostrarvi
che in realtà l’uscita dalla crisi, almeno per i mercati è lontana anni luce. Questo
DEVE servire non per deprimersi ulteriormente, ma per rilanciarsi ed alzare la
testa iniziando a riconquistare una condizione di benessere, mentale e fisica
che vacilla e si è troppo logorata negli
ultimi anni. SHOW MUST GO ON. Ciò riguarda soprattutto l’occidente che rischia
grosso nei prossimi anni, in particolare l’Europa con le sue mille problematiche.
Ai piani alti non pensate che anche l’America se la stia spassando bene.
Sicuramente sono più rodati sull’intervenire con mezzi e sistemi più efficaci (Fed)
di quelli europei avendo già alimentato e risolto la crisi del fatidico 1929
che oggi tutti ricordiamo.</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
Voglio passare in rassegna cosa gli economisti e gli esperti
del settore, la voce più oggettiva hanno da dire al riguardo:</div>
<div class="MsoNormal">
<span style="text-indent: -18pt;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="text-indent: -18pt;">1)</span><span style="font-size: 7pt; text-indent: -18pt;">
</span><span style="text-indent: -18pt;">Neocommento di Nouriel Roubini, docente della
facoltà di economia presso la New York University:</span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle">
<br /></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle">
<b><i><span style="background-color: white; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 10pt; line-height: 115%;">il triennio 2013-2016</span></i></b><b><i><span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 10pt; line-height: 115%;"> sarà peggio del 2008</span></i></b><i><span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 10pt; line-height: 115%;"><br /></span></i><br />
<span style="font-family: inherit;"><i style="background-color: #f4cccc;"><span style="line-height: 115%;">"Peggio perché come nel 2008 ci sarà una crisi
economica e finanziaria, ma a differenza del 2008 si è a corto di contromisure.
Nel 2008 si potevano tagliare i tassi di interesse, fare QE1, QE2, varie misure
di stimolo fiscale, e tanto altro. Oggi i QE stanno diventando sempre meno
efficaci perché il problema è di solvibilità, non di liquidità. I disavanzi di
bilancio sono già troppo grandi e non è possibile salvare le banche, perché 1)
c'è una forte opposizione politica, e 2) i governi sono prossimi a essere
insolventi - non possono salvarsi da soli, figuriamoci salvare le banche. Il
problema è che siamo a corto di conigli da tirare fuori dal cappello"</span><span style="line-height: 115%;">.</span></i></span><br />
<i><span style="background-color: white; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: 115%;"><br /></span></i></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle">
<span style="text-indent: -18pt;">2)</span><span style="font-size: 7pt; text-indent: -18pt;">
</span><b style="text-indent: -18pt;">George
Soros</b><span style="text-indent: -18pt;">, uomo e proprietario di ricchissimi Hedge Funde dice:</span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle">
<br /></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpLast">
<i><span style="background-color: #f4cccc;">“Siamo convinti che l’Europa sia<span class="apple-converted-space"> </span><strong><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">un
sonnambulo che cammina verso un disastro</span></strong><span class="apple-converted-space"> di proporzioni incalcolabili. Il
senso di una crisi senza fine, con una pedina del domino che da un momento
all’altro potrebbe cadere su tutte le altre, deve assolutamente essere
invertito”.</span></span><o:p></o:p></i><br />
<i><span style="background-color: #f3f3f3;"><span class="apple-converted-space"><br /></span></span></i></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="background-color: white;">poi<o:p></o:p></span></b><br />
<b><span style="background-color: white; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoListParagraph">
<i><span style="background-color: #f4cccc;">“Sembra vada ben oltre la dietrologia l’ipotesi che<span class="apple-converted-space"> </span><strong><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-weight: normal; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-weight: bold; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">l’8 febbraio del 2010 alcuni
imponenti hedge fund – Soros, Paulson, Greenlight, Sachs e Sac Capital</span></strong><span class="apple-converted-space"><b> </b></span>–
stabilirono un attacco simultaneo all’euro durante una cena segretissima.
L’accusa è contenuta in un’inchiesta effettuata dal Dipartimento di Giustizia
degli Stati Uniti.<span class="apple-converted-space"> </span><strong><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-weight: normal; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-weight: bold; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Appaiono quindi quasi</span></strong><strong><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;"> paradossali
le proposte formulate da Soros per salvare l’euro, </span></strong><strong><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-weight: normal; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-weight: bold; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">in quanto provengono proprio da chi si è
guadagnato negli anni la fama di specialista nel mettere in ginocchio le monete</span></strong>. In un’intervista
rilasciata lo scorso giugno a Bloomberg, l’investitore di origine ungherese ha
suggerito ai governi europei di creare un<strong><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-weight: normal; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-weight: bold; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">redemption fund</span></strong>, plasmato
appositamente per erodere progressivamente il debito pubblico.”</span><o:p></o:p></i><br />
<i><span style="background-color: #f3f3f3;"><br /></span></i></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="background-color: white; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial;">rendiamocene conto.</span></b><b><o:p></o:p></b><br />
<b><span style="background-color: white; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
Predicare A e investire su B per un guadagno grande, veloce e
sicuro. Come dire 1 + 1 = …2!! Bingo!</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
In ultimo posto due immagini che non fanno altro che
confermare la mia tesi.</div>
<div class="MsoNormal">
Questo è l’andamento
dei prezzi del cambio euro-dollaro con relativa previsione fino al 2016.
</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRgS1oJ7UebXCzJmwTrVA57jzg8NoT1hOOthMgsICLLkH43py8w4n-N5PnP7UIKDhUkHPNvjcdB6g61_3B22w4T2-ivC-_NuxMuW_4OL74Y25QMRYtED-E-ITMFvo8AI4sGBKM8x5O1IY/s1600/euro-usd+mensile.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="144" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRgS1oJ7UebXCzJmwTrVA57jzg8NoT1hOOthMgsICLLkH43py8w4n-N5PnP7UIKDhUkHPNvjcdB6g61_3B22w4T2-ivC-_NuxMuW_4OL74Y25QMRYtED-E-ITMFvo8AI4sGBKM8x5O1IY/s320/euro-usd+mensile.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
E’ EVIDENTE la svalutazione costante dell’euro nei confronti
del dollaro. E’ molto probabile che si arrivi alla parità con esso nel 2016. 1€
= 1$</div>
<div class="MsoNormal">
Qui troviamo invece l’indice Standard e Poor’s 500, il più
importante indice azionario americano; è sempre indicata la relativa previsione
dei prezzi fino al 2016.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjB1KGLOKZd5kVxUaN5Ldo_nljQrv59VIXdi957BLikIgE_1hzK0iL_ApuO_z6QS-Wze6ahlym0gSTqe5CBoQhvxndnedy7cNcrFVFdOqW5bSi6nJImR8YAwM0BwH9ADWzT9OkAysxRVeo/s1600/S%2526P+500+giornaliero.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="153" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjB1KGLOKZd5kVxUaN5Ldo_nljQrv59VIXdi957BLikIgE_1hzK0iL_ApuO_z6QS-Wze6ahlym0gSTqe5CBoQhvxndnedy7cNcrFVFdOqW5bSi6nJImR8YAwM0BwH9ADWzT9OkAysxRVeo/s320/S%2526P+500+giornaliero.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Vedete? In linea con quanto dice il professore Roubini sembra proprio che ci separi solo una lenta e
interminabile discesa dei mercati al 2016. </div>
<div class="MsoNormal">
Ora, il messaggio che vorrei mandare a chi legge questo
articolo è il seguente: eravate all’occorrenza di tutto ciò? Oppure vi siete
semplicemente fidati di quello che hanno da sempre propinato i media? Purtroppo
le notizie che arrivano alla gente, ai cittadini, sono troppo spesso
frammentate e superficiali, non servono a nulla, se non a incatenare noi stessi
all’idea che c’è la crisi senza la possibilità di reazione, di riscatto. </div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
USCIRE DALLA CRISI E’ POSSIBILE, SERVE UN RISVEGLIO DELLE
MENTI, SERVE VOGLIA DI NON ESSERE PIU’ SCHIAVI E SOPRATTUTTO SERVE LA VOGLIA DI
TORNARE A VIVERE E SOGNARE UN FUTURO MIGLIORE.</div>
in my opinionhttp://www.blogger.com/profile/03421164442302099635noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8428350584055068897.post-70030362371083061772012-08-26T22:45:00.000+02:002012-09-10T16:45:24.104+02:00Donne e lavoro: cosa cambia dopo la Riforma Fornero<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIRBfjfLhqHCdCzjPVwLYGyQgO273px1aURyfWtTwbECWCCU29KgUSXBaJSRwr7lq-xLv-D1XEgW7-TqBRgRf7yKvayx75bWAmKL47jZCK4J6sKw4ptcanhnosXweR8h8Up13LyVzXdHc/s1600/donne-in-carriera.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"></a><span style="text-align: right;"> Colonna sonora consigliata per l'articolo: </span><a href="http://www.youtube.com/watch?v=xo-J1wf2KHc">http://www.youtube.com/watch?v=xo-J1wf2KHc</a></div>
<div style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: left;">
</div>
<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIRBfjfLhqHCdCzjPVwLYGyQgO273px1aURyfWtTwbECWCCU29KgUSXBaJSRwr7lq-xLv-D1XEgW7-TqBRgRf7yKvayx75bWAmKL47jZCK4J6sKw4ptcanhnosXweR8h8Up13LyVzXdHc/s1600/donne-in-carriera.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIRBfjfLhqHCdCzjPVwLYGyQgO273px1aURyfWtTwbECWCCU29KgUSXBaJSRwr7lq-xLv-D1XEgW7-TqBRgRf7yKvayx75bWAmKL47jZCK4J6sKw4ptcanhnosXweR8h8Up13LyVzXdHc/s200/donne-in-carriera.jpg" width="200" /></a>Una delle più grandi anomalie del mercato del lavoro italiano è il tasso di occupazione femminile molto più basso rispetto a quello maschile (46% contro 67%).<br />
Le ragioni sono molteplici, ma le più rilevanti sono: la tendenza delle donne ad abbandonare il lavoro dopo la nascita del primo figlio (circa un terzo di esse); sono coloro che si prendono maggiormente (quasi totalmente) carico del lavoro di cura in famiglia e questo rende impossibile alle donne la conciliazione con una qualsiasi attività lavorativa svolta al di fuori delle mura domestiche. Secondo un'indagine ISTAT del 2008, sono le donne a svolgere il <br />
<a name='more'></a>77% del lavoro famigliare.<br />
Questo notevole gap che colpisce il genere femminile è stato affrontato nella Riforma Fornero (Legge 28 giugno 2012 n. 92) con diversi strumenti e inizierò propriamente da quello a mio parere più importante: la reintroduzione del tema delle dimissioni in bianco, affrontato per la prima volta nel 2007 con la Legge n. 188, abrogato successivamente nel 2008 dal Governo Berlusconi. La CGIL ha sostenuto fortemente che la questione delle dimissioni in bianco non venisse dimenticata nella Riforma, in quanto affligge, soprattutto, le donne e i lavoratori stranieri.<br />
Dal 18 luglio 2012, infatti, il datore di lavoro, dopo la presentazione delle dimissioni da parte del lavoratore, dovrà, entro trenta giorni da quest'ultima, inviare al lavoratore l'invito alla convalida delle dimissioni presso la Direzione Territoriale del Lavoro o il Centro per l'Impiego: in assenza dell'invito, le dimissioni o la risoluzione consensuale risulteranno inefficaci. Entro sette giorni dalla ricezione dell'invito, il lavoratore potrà<br />
scegliere se convalidare, sottoscrivere o revocare le dimissioni (questa è la vera novità!) in forma scritta.<br />
Se entro sette giorni dalla ricezione dell'invito, il lavoratore non eserciterà alcuna di queste opzioni, il rapporto sarà comunque risolto. In ogni caso, per i genitori lavoratori la richiesta di dimissioni durante i primi tre anni del figlio, dovranno sempre essere convalidate di fronte al servizio ispettivo del Ministero del Lavoro.<br />
Un'ulteriore novità più simbolica che effettiva, è l'introduzione del congedo di paternità obbligatorio di un solo giorno: occorre affermare che il Parlamento Europeo nell'ottobre del 2010 aveva garantito però un congedo obbligatorio di due settimane, come viene effettuato, ad esempio, in Spagna.<br />
<br />
Un fatto inaspettato a mio parere, è stata la previsione dell'erogazione di voucher spendibili per servizi di cura del figlio (nidi privati, pubblici e baby sitter), prima previsti solo in Emilia Romagna. L'introduzione dei voucher non sono solo utili per i genitori lavoratori, ma ha dei risvolti economici positivi, in quanto incentiva l'affioramento del lavoro nero creando nuovi posti di lavoro tradizionalmente occupati soprattutto da donne). Il lavoro femminile, infatti, genera un aumento della domanda di servizi con conseguente crescita dell'occupazione generale, quindi contribuisce anche ad innalzare il PIL nazionale.<br />
L'unico intervento della Riforma a sostegno della domanda riguarda le agevolazioni per le assunzioni di donne prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi, che risiedono in una delle regioni beneficiarie dei fondi strutturali e comunitarie (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia) e anche donne di qualsiasi età ovunque residenti prive di un impiego retribuito da almeno due anni. In caso di assunzione, è previsto uno sgravio contributivo del 50% a favore del datore di lavoro, per le assunzioni effettuate dal 1° gennaio 2013 e si applica per dodici mesi nei contratti a termini, diciotto mesi per quelli a tempo indeterminato.<br />
In questa Riforma sono stati fatti alcuni passi per consentire alle donne un migliore accesso al mercato del lavoro, ma ciò non è sufficiente per realizzare una piena parità di generi sul piano, sia lavorativo, che famigliare.<br />
Siccome è altamente constatato che un aumento dell'occupazione femminile creerebbe di riflesso ulteriori posti di lavoro, perché il Governo Monti durante la cosiddetta "Fase Due" non parte proprio da questo tema per promuovere la crescita del nostro Paese?in my opinionhttp://www.blogger.com/profile/03421164442302099635noreply@blogger.com0