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domenica 2 settembre 2012

Omicidio presso l'Empire State Building: solo vecchi rancori?

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 Sono rimasta letteralmente sconvolta da quel cinquantatreenne disoccupato che, venerdì scorso, con due colpi di pistola alla testa ha ucciso il suo ex collega nei pressi dell'Empire State Building; pare, forse, per vecchi rancori. Questo episodio mi ha colpito duramente perché a New York ci sono stata due settimane fa e, di primo acchito, sembra una città in cui la disoccupazione non esista; c'è tantissima gente per strada, yuppies incravattati sempre di corsa, tanto che sembra di essere sul set del film "Wall Street". Purtroppo, è
opinione comune che la peggiore conseguenza del licenziamento sia la mancanza della retribuzione; non dimentichiamoci, invece, che problemi di ansia e depressione affliggono il 34% dei disoccupati e il 16% degli occupati (dati rilevati da statistiche OMS). La perdita del lavoro causa effetti devastanti come la perdita del ruolo sociale, perché si tende a sentirsi inutili; la perdita dei rapporti interpersonali, in quanto i nostri colleghi possono essere anche nostri amici; la perdita della capacità di incanalare la nostra capacità creativa (per chi ha la fortuna di fare un lavoro che lo soddisfa appieno!). I suicidi e gli omicidi sono l'ultima spiaggia, ma non pensiamo che siano un gesti folli; è un atto calcolato nei minimi dettagli per risolvere un problema che una soggetto vede insuperabile (non a caso, nell'abitazione dell'omicida dell'Empire sono stati ritrovati numerosi manuali per cecchini).Esiste una correlazione lineare tra crisi econonomica e suicidio, non a caso all'aumentare dell'1% di disoccupazione, aumenta anche il tasso di suicidi sotto i 65 anni dello 0,75%.
Uno dei possibili rimedi sono gli ammortizzatori sociali e pensate che il rischio suicidio dovuto alla disoccupazione comincia a diminuire già investendo 10 dollari all'anno pro capite (-0,038%) e risulterebbe perfettamente contrastato se venissero investiti 140 dollari.
Gli ammortizzatori sociali sono importantissimi, ma da soli perché occorre anche ricollocare i disoccupati sul mercato lavorativo. Sarebbe opportuno che, sia le aziende che la Pubblica Amministrazione investissero in programmi di coaching per i lavoratori e, soprattutto nelle aziende medio- grandi occorrerebbe la presenza stabile di uno psicologo. Sono sicura che in questo modo si possano evitare disagi psicologici legati alla perdita del lavoro e alla disoccupazione in generale e sicuramente, sarebbe molto più agevole per un disoccupato rinserirsi nel mercato del lavoro.

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